2021-03-31

Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica dell'Azerbaigian in occasione del 31 marzo - Giornata del Genocidio degli Azerbaigiani

Il 31 marzo è la Giornata del Genocidio degli Azerbaigiani, che commemora le vittime del sanguinoso massacro perpetrato dagli armeni contro gli azerbaigiani nel marzo 1918.

103 anni fa, nei mesi di marzo e aprile 1918, furono commessi massacri nella città di Baku e in altre città e distretti della provincia di Baku da gruppi armati composti dai dashnak armeni e bolscevichi operanti sotto il mandato del Consiglio di Baku (Soviet di Baku), e decine di migliaia di civili sono stati uccisi solo a causa della loro appartenenza etnica e religiosa. È importante continuare a onorare le vittime e garantire che il ricordo di questi eventi prevenga il loro ripetersi.

Il Commissario Straordianio del Caucaso, Stepan Shaumyan, di etnia armena, ammise che 6.000 soldati armati del Soviet di Baku e 4.000 membri del partito Dashnaktsutyun avevano preso parte ai massacri contro gli azerbaigiani.

Il genocidio commesso contro gli azerbaigiani oltre a Baku, si estese anche a Shamakhi, Guba, Irevan, Zangazur, Karabakh, Nakhchivan e Kars. Durante i primi cinque mesi del 1918, nella sola Guba più di 16.000 persone furono uccise e 167 villaggi vennero distrutti con speciali atrocità. La fossa comune scoperta nel territorio del distretto di Guba nel 2007 è una chiara prova degli atti disumani commessi dagli armeni.

Il Governo della Repubblica Democratica dell'Azerbaigian istituì nel 1918 una Commissione di Investigazione Speciale per indagare sui gravi crimini commessi dagli armeni e prese una serie di misure, al fine di conservare i fatti, rivelati dalla Commissione, nella memoria del popolo e trasmetterli alla comunità mondiale. La Commissione di Investigazione Speciale, composta dai migliori avvocati dell'epoca, rappresentata da russi, ebrei, polacchi, georgiani e persino armeni, in base alle prove, aprì procedimenti penali contro 194 persone accusate di vari crimini contro la popolazione civile, di conseguenza, 24 persone vennero arrestate a Baku e circa 100 a Shamakhi per i crimini commessi.

Tuttavia, dopo la caduta della Repubblica Democratica dell’Azerbaigian, questo processo è stato interrotto, è stato impedito che gli eventi venissero indagati a fondo e che fosse stata data un'adeguata valutazione politica e giuridica all'accaduto. Solo 80 anni dopo, il 26 marzo 1998, con il Decreto del Presidente della Repubblica dell'Azerbaigian "Sul genocidio degli azerbaigiani" firmato dal leader nazionale Heydar Aliyev, è stata data una valutazione politica adeguata a questi terribili eventi e il 31 marzo è stata dichiarata "Giornata del Genocidio degli Azerbaigiani".

La commemorazione della Giornata del Genocidio degli Azerbaigiani svolge un ruolo importante nell'informare la comunità mondiale sui massacri e sulla pulizia etnica subiti dagli azerbaigiani nel passato e nel presente.

Nonostante sia passato più di un secolo, l'Armenia, che per 30 anni ha mantenuto sotto occupazione la regione azerbaigiana del Nagorno Karabakh e sette distretti adiacenti dell'Azerbaigian, ha continuato la sua politica di crimini etnici contro gli azerbaigiani. Durante l'occupazione, durata quasi 30 anni, ha effettuato una pulizia etnica contro centinaia di migliaia di azerbaigiani in Armenia e nei territori occupati dell'Azerbaigian.

L'Armenia ha commesso atti di genocidio, numerosi crimini di guerra e crimini contro l'umanità, compreso il genocidio di Khojaly, realizzato nel febbraio 1992. Durante le operazioni militari lanciate il 27 settembre 2020 in risposta all'ennesima provocazione militare contro l'Azerbaigian, le forze armate dell'Armenia hanno deliberatamente preso di mira la popolazione civile nelle città di  Ganja, Barda, Tartar e altre città dell'Azerbaigian, con attacchi missilistici.

In tal modo, l'Armenia ha riportato alla memoria i ricordi del massacro di marzo di un secolo fa.

Ricordando le vittime innocenti del massacro di marzo, condanniamo fermamente la politica dell'Armenia, mirata contro il popolo azerbaigiano, basata sul genocidio, i crimini contro l'umanità, la discriminazione razziale e la pulizia etnica e sottolineamo l'importanza del porre fine all'impunità dell'Armenia, al fine di  prevenire tali crimini disumani e il loro ripetersi in futuro. Invitiamo l'Armenia a rispettare i suoi obblighi internazionali. L'Azerbaigian, a sua volta, adotterà tutte le misure legali necessarie per garantire la pace e porre fine all'impunità.

 

   

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