- la Regione di Mughan
Hajigabul, Sabirabad, Saatli, Imishli, Beylagan
Il Mughan è una delle regioni più interessanti nell’antica, generosa e bella terra azerbaigiana. Come ogni altro angolo di questo Paese, anche questa regione è contraddistinta dalla sua rara bellezza, i suoi colori, il suo profumo. In estate,quando sui monti la neve comincia a sciogliersi, le pianure si riscaldano sotto il sole cocente, nei pascoli estivi sbocciano i fiori e Mughan profuma di pane appena sfornato. In questa regione ci sono ancora tracce dell’antica storia dell’Azerbaigian;la Via della Seta passava per queste terre. Lungo le rive del fiume Kur, i boschi che gli abitanti di Mughan chiamano tugai (boschi ripariali), si estendono come isolette verdi. Un tempo dal fiume Kur arrivavano fino al Mar Caspio. In autunno la natura è ricca di colori brillanti che caratterizzano le fronde di olmi, salici, pioppi, querce, olivi e rose selvatiche. I boschi autunnali sono particolarmente belli alle prime ore del mattino, quando con il sorgere del sole la natura si risveglia: i colori sono chiari e nitidi, predominano il giallo, l’ambra, il rosso porpora e il verde.
Hajigabul
Il distretto di Hajigabul è situato a sud-est della pianura del Kur-Araz. Il clima è secco, caldo, di tipo semidesertico. Gli inverni sono miti, con temperature che oscillano tra +6°C e +12°C. Le precipitazioni hanno luogo fondamentalmente in primavera e in autunno e non superano i 200 mm all’anno. Lungo il fiume Kur ci sono aree ricoperte di boschi ripariali e macchie di cespugli. Nel territorio troviamo il lago di pianura Hajigabul, formatosi in seguito al ritirarsi del Mar Caspio e alle piene periodiche del fiume Kur. A differenza della maggior parte degli altri laghi di pianura dell’Azerbaigian, la vegetazione di canne, in questo lago, è poco presente. Tuttavia, le acque basse adiacenti e gli stagni pescosi compensano di gran lunga questa mancanza. Il lago di Hajigabul è una delle principali aree acquatico-palustri nella pianura del Kur-Araz. Questo bacino idrico si trova sulla rotta di migrazione degli uccelli acquatico-palustri. Il lago è un luogo importantissimo per il riposo temporaneo degli uccelli migratori durante la migrazione, per lo svernamento e la nidificazione degli uccelli acquatico-palustri, comprese le specie a rischio d’estinzione. Il lago non è emissario, e d’inverno le sue acque non gelano. Il lago raccoglie le acque calde della centrale elettrica regionale Alibairamli. L’acqua calda, le molte alghe e gli innumerevoli invertebrati assicurano una buona riserva alimentare per gli uccelli. La forma ovale del lago garantisce una distanza sufficiente tra il centro del lago e la riva, condizione fondamentale per la tutela degli uccelli. E’ possibile praticare la caccia e la pesca. La storia della città di Hajigabul inizia nel IX secolo. La parola Hajigabul significa “Che il Signore accolga il tuo hajj”. Hajigabul si trova sulla via verso La Mecca e Medina, luoghi di pellegrinaggio dei musulmani. I pellegrini non potevano percorrere il lungo cammino senza soste e trovarono questi luoghi particolarmente confacenti. Nel XV secolo, dove oggi si trova Hajigabul, presso l’omonimo lago, lo scià Abbas fece costruire un caravanserraglio. Durante il regno della dinastia degli Shirvanshah fu costruita la città di Mahmudabad, attraversata dalla Via della Seta e dalle carovane dirette al Golfo Persico. Sul monte Kharami, a nord-ovest di Hajigabul, l’Istituto di Archeologia ed Etnografia dell’Accademia delle Scienze dell’Azerbaigian ha scoperto una costruzione ciclopica con incisioni rupestri risalente a circa 5 mila anni fa. L’economia si basa sull’allevamento del bestiame e degli ovini. E’ sviluppata la tessitura dei tappeti: sono particolarmente richiesti i tappeti fatti a mano della scuola di Shirvan “Sari halcha”. In città vengono organizzate delle escursioni alle località storiche (itinerari Hajigabul-Gubali-Baloglan e Hajigabul-Udulu). Khanega è situata sulla scoscesa sponda del fiume Pirsagat, sull’antica via che porta da Shamakhi all’Iran e agli altri Paesi del Vicino Oriente. I principali monumenti di Khanega risalgono al XII-XIV sec. La città è stata tuttavia ricostruita e riedificata in epoca successiva. Nel 1318 Khanega viene visitata dal Khan Uzbek dell’Orda d’Oro, come narra Vassaf (XIV sec.); il Khan porta ricchi doni (lingotti d’oro, pellicce pregiate), e i suoi emiri ordinano di restituire gli oggetti di valore arraffati dall’esercito. Le costruzioni presenti a Khanega sono raggruppate ai lati di un ampio cortile e sono difese da un quadrilatero irregolare di mura di pietra calcarea con mezze torri sporgenti e feritoie passanti al di sopra. Alla moschea sono addossate piccole strutture, tra cui la tomba Pir Huseyn, considerata luogo sacro, il minareto e alcuni piccoli ambienti ai lati del cortile. Fuori dalle mura troviamo il caravanserraglio coperto da archi di pietra e attacchi di pietra per cavalli. Il minareto è un monumento caratteristico del complesso di Shirvan. La base prismatica è sormontata dal fusto slanciato del minareto a otto facciate; la nicchia del muezzin è sostenuta da un cornicione di stalattiti. Il minareto fu costruito dal maestro Mahmud, figlio di Maksud (1256). La grande moschea, fatta in lastre di pietra ben squadrate, è coperta da una volta a sesto acuto; il pavimento è rivestito da lastre di pietra. Il mihrab, sulla parete sud, è di grande valore artistico con i suoi decori realizzati tramite incisioni ornamentali. Il mihrab, la nicchia delle preghiere ricavata nella parete della moschea, rivolta alla Mecca, è decorata con incisioni ornamentali, intarsi, dipinti. Le fasce della cornice rettangolare del mihrab e le superfici riportano iscrizioni in caratteri cufici fioriti (stile calligrafico), realizzate con il pennello, e motivi ornamentali di tipo vegetale, che comprendono piastrelle di vari colori. Attraverso un esiguo passaggio scuro la moschea è collegata con la piccola tomba a volta Pir-Huseyn, illuminata da una finestra posta nella parete occidentale. Khanega è caratterizzata da varie tecniche architettoniche: l’incisione artistica, gli stupendi decori in ceramica, i particolari in pietra realizzati con grande maestria. Khanega, sul fiume Pirsagat, è un anello della catena di costruzioni che permette di capire le peculiarità architettoniche dei palazzi di Baku, collegandoli all’architettura di Shamakhi Khanega è situata sulla scoscesa sponda del fiume Pirsagat, sull’antica via che porta da Shamakhi all’Iran e agli altri paesi del Vicino Oriente. I principali monumenti di Khanega risalgono al XII-XIV sec. La città è stata tuttavia ricostruita e riedificata in epoca successuva.
Sabirabad
Il distretto di Sabirabad è situato nella steppa di Mughan. Parte del territorio si trova sulla riva destra del fiume Kur, nella bassa pianura di Shirvan. Il territorio è attraversato dai fiumi Kur e Araz. Lungo la Kur si estendono i boschi ripariali. A 28 km dal capoluogo troviamo il lago Sarisu, dove vengono praticate caccia e pesca. Il clima è mite. La temperatura in estate raggiunge i +40 °C, d’inverno scende a -3°C. Proprio simili condizioni climatiche hanno contribuito all’insediamento delle tribù nel basso piano di Mughan. Gli scavi archeologici nei villaggi di Sura, Javad, Alilambeyli, Garatepe, Garagashli, Bulagli, Zanganya e Galagain hanno portato alla luce necropoli e insediamenti risalenti al V-I sec. e al I millennio a.C., e anche la città medievale di Shahargah. Inizialmente la località si chiamava Havar Zamin o Guneshli Torpag. La fertilità della bassa pianura di Mughan aveva da sempre attirato i nemici e di conseguenza tale località fu trasformata in fortezza che in seguito venne chiamata Galagain (fortezza resistente). La città più storica, Javad, risale al XVI secolo. Fu il cuore del khanato di Javad nella metà del XVIII secolo. Nel 1768 il khanato di Javad fu sottomesso a quello di Guba. Già durante la Russia zarista molti russi furono trasferiti a Javad. Nel 1888 il distretto, sotto il governatorato di Baku, prese il nome di Petropavlovka. Dal 1931 Petropavlovka fu ribattezzata Sabirabad, in onore del poeta Mirza Alekber Sabir. L’agricoltura si basa principalmente su coltivazione del cotone, allevamento di bestiame, viticoltura, granicoltura. Si coltivano melograni, fichi, more e viti, ma la fama di Sabirabad è legata alla coltivazione di angurie dolci e succose. In città troviamo il Museo di Etnografia; vengono organizzate delle escursioni al punto di confluenza del fiumi Kur e Araz e nei boschi. Vengono ancora praticati antichi e tradizionali mestieri quali la tessitura di tappeti, l’intaglio del legno e del metallo, e la fabbricazione di bauli.
Saatli
Il distretto di Saatli si trova nel mezzo della pianura di Mughan, su entrambe le rive del fiume Araz, 28 metri s.l.m. Il clima è mite. In inverno la temperatura oscilla tra 0°C e -3°C, in estate arriva a + 39°C. Sulle rive dell’Araz si estendono i boschi ripariali. In questo territorio troviamo il lago Sarisu, dove si pratica la pesca e, in inverno, la caccia. Saatli fu costruita alla fine del XIV secolo nella regione denominata Chuhur Saad, situata sulla riva destra del fiume Araz e sulla foce inferiore dell’Arpachay. In seguito, durante gli anni ’30 del XV secolo, gran parte della popolazione che viveva sulla riva dell’Araz e alla foce inferiore dell’Arpachay iniziò a trasferirsi nel territorio vicino. Parte degli abitanti di Saatli raggiunsero la zona di Gazakh, mentre nel 1795-1798 parte degli abitanti si stabilirono nel Karabakh. La tribù Saatli deriva etnicamente dalla tribù dei turchi azerbaigiani Saatli che hanno vissuto nel territorio di Agridag fin dai tempi più remoti, e che dovevano il loro nome all’Emiro Saad. Condizioni climatiche e naturali favorevoli hanno fatto sì che l’uomo s’insediasse intorno al fiume Araz fin dall’antichità. I monumenti archeologici di Saatli sono stati ritrovati lungo le due rive del fiume Araz. Si tratta di insediamenti antichi e cimiteri. Nei villaggi di Azadkend e Garalar sono state riportate alla luce le necropoli di Azadkend, Kechigiran, Garalar I, II, III che risalgono al II e III millennio a.C. L’economia del territorio si basa sull’agricoltura. La terra fertile di Mughan e le acque del fiume Araz creano ottime condizioni per la coltivazione di cotone, frutta, verdura e cucurbitacee. Tra gli antichi mestieri praticati ancora oggi ricordiamo l’intaglio del legno e del metallo. Tra i manufatti artigianali sono famosi i cofanetti, i bauli e le culle.
Imishli
Il distretto di Imishli è situato su entrambe le rive del fiume Araz, a cavallo tra la pianura di Mughan e quella di Mil. Il fiume Araz qui scorre lento, tranquillo, come se facesse una passeggiata. Allargandosi liberamente nella pianura, il fiume ha conquistato un vasto territorio, formando innumerevoli isole. Sulle rive del fiume crescono secolari boschi ripariali. Tra i vari tipi di alberi, qui si possono trovare i rari alberi dal legno duro. Per quanto riguarda la flora ricordiamo la rosa selvatica e la liquirizia, le cui radici vengono utilizzate a fini curativi e per ottenere coloranti. Il clima è del tipo semidesertico, da moderato a caldo. In gennaio la temperatura media è di +1,6°C, a luglio è di +26,1°C. Il fiume Kur scorre a nord. Gli appassionati di caccia possono recarsi alle tenute Sherbet-Gobu e Sarisu. Un tempo questo territorio era occupato dalla steppa sconfinata dove pascolavano greggi di pecore, e che profumava di assenzio amaro. Qui si trovavano i pascoli invernali. Questi luoghi un tempo destinati allo svernamento del bestiame oggi si sono trasformati in villaggi ben organizzati (Sarhanli, Buludlu, Jafarli, Murahanli, ecc.). Fino al 1938 il distretto di chiamava Garadonlu. Oggi Garadonlu è un piccolo villaggio nella steppa di Mughan. Il villaggio di Imishli, situato sulla linea ferroviaria, si sviluppò intensamente e si ingrandì, e nel 1938 il capoluogo fu spostato qui. Il bacino idrico di Bahramtepe è uno dei posti più belli di questo territorio. L’acqua, seguendo un letto in cemento, si disperde in innumerevoli canali. Fin dai tempi antichi i lavoratori di queste terre consideravano l’irrigazione dei campi e la loro depurazione dai sali uno dei compiti principali. Grazie agli sforzi di molti anni si è formata un’ampia rete di canali d’irrigazione che servono centinaia di ettari. L’economia si basa su coltivazione del cotone, allevamento del bestiame, coltivazione di cereali. I settori industriali più importanti sono rappresentati dalla produzione di materie prime e trasformazione di prodotti agricoli. I tappeti locali sono molto conosciuti.
Beylagan
Il distretto di Beylagan è situato tra il fiume Kur a nord e la frontiera con l’Iran a sud. Il territorio è attraversato dal canale superiore del Karabakh. Gli scavi archeologici presso il villaggio di Keberli, nella steppa di Mil, tra i fiumi Kur e Araz hanno portato alla luce reperti interessanti. In passato qui c’era la città di Baylakan, con mura di cinta alte 6 m, che si estendeva per 400.000 m2. Le cinta murarie erano state edificate nel V-VI sec.; nella muratura sono stati trovati timbri sasanidi. Durante gli scavi sono state ritrovate ceramiche smaltate del IX-X sec., monete abbasidi, oggetti in metallo, vetro e osso. Non lontano dall’antico insediamento sono stati portati alla luce i resti del famoso canale d’irrigazione Gaurarh, e le rovine del minareto di Mil, dal quale la steppa prende il proprio nome. Gli antichi rapporti commerciali tra Beylagan e gli altri paesi sono testimoniati dalle dracme dello zar sasanide Khosrov II, ritrovati durante gli scavi, dalle gemme post-sasanidi e dalle prime monete arabe. Tra l’ultimo quarto dell’VIII secolo e l’inizio IX secolo a Beylagan venivano coniate monete d’argento (dirham) e di rame (felsi) con incisa la parola Arran. I dirham venivano utilizzati ben al di là dei confini di Beylagan: sono stati ritrovati anche nella Rus’ di Kiev e nei paesi baltici. Beylagan conobbe il suo massimo splendore tra il IX secolo e l’inizio del XIII. Si assiste ad un incremento della produzione di ceramiche da costruzione, mattoni decorativi e piastrelle di maiolica. Viene perfezionata la tecnica di costruzione degli edifici. Sono realizzati innumerevoli palazzi (kasr) e altre strutture. Persino alla periferia di Beylagan vengono innalzate costruzioni difensive e religiose monumentali fatte di mattoni, caratterizzate da motivi ornamentali in maiolica, di vario colore. L’approvvigionamento idrico della città era garantito dal canale Gaurarh attraverso canali chiusi di mattoni e attraverso tubi dell’acqua di gres. La tragica vicenda di Beylagan inizia nell’autunno del 1221, quando tremila mongoli guidati dai condottieri Jebe e Subutai assalgono la città. Nonostante l’eroica resistenza dei cittadini, “la città fu presa con la forza nel ramadan dell’anno 618 dell’Egira (ottobrenovembre 1221) a colpi di spada, senza risparmiare nessuno: né giovani, né anziani, né donne”. La città di Beylagan cade sotto i colpi dei conquistatori, ma il suo eroismo storico continua a vivere a lungo nella memoria della gente, tramandato di generazione in generazione. I lavori iniziati nel XIV secolo da Emir Teimur per ricostruire la città s’interrompono però a causa della sua morte. A partire dal XVI secolo, della città non rimangono che le rovine. Non viene più ricostruita. La moderna Beylagan è un territorio agricolo in fase di sviluppo; nel passato recente è stato uno dei principali centri cotonieri del Paese. L’economia si basa su coltivazione di piante e allevamento di bestiame.