- la Regione di Shirvan

Shirvan, Gobustan, Shamakhi, Agsu, Ismailli, Kurdamir, Goychay, Ujar, Agdash, Zardab

Shirvan è una regione d’importanza storica in Azerbaigian, a nord-ovest di Baku. Qui c’era uno dei regni più famosi dell’Azerbaigian, il regno degli Shirvanshah con capitale a Shamakhi. Gli Shirvanshah si dichiararono indipendenti alla metà del IX secolo. Il loro regno durò fino al XVI secolo ed ebbe un ruolo importantissimo nellastoria medievale dell’Azerbaigian. Shirvan è uno dei centri famosi per la tessitura dei tappeti azerbaigiani. I tappeti di Shirvan si caratterizzano per la ricchezza di elementi decorativi, che spesso formano piccole zone di colore, producendo l’effetto mosaico. Le raffigurazioni di foglie, decori che richiamano la lettera S, rosette e triangoli sono i motivi caratteristici dei tappeti di Shirvan. La regione di Shirvan è spesso denominata Gulistan, ovvero “aiola”. Si tratta di una terra generosa per il turismo e le vacanze, famosa come località di montagna adatta in tutte le stagioni dell’anno. Troviamo tutte le opportunità per una vacanza attiva: dalle passeggiate a piedi alle arrampicate estreme, alle scalate su cascate ghiacciate. Lasciano un ricordo indimenticabile le gite sui monti e sulle valli dello Shirvan, con ruscelli gorgoglianti, sparpagliati un po’ ovunque, e rocce dalle formepiù svariate e insolite…


Shirvan

La città di Shirvan, fondata nel 1954 con la scoperta del giacimento petrolifero di Kurovdag, è situata sulla riva sinistra del fiume Kur, nella parte orientale della bassa pianura della Kur. A nord-est la città è circondata dal monte di origine vulcanica Mishovdag, a sud dal Kurovdag. Flora e fauna in città sono assenti; le aree verdi sono state realizzate dagli abitanti locali. Il clima è mite. La temperatura media in inverno scende fino a -3-5°C, d’estate arriva a +40°C. In passato Shirvan è stato un centro abitato di piccole dimensioni (Arabshahverdi) poi è diventato centro distrettuale e solo dopo la scoperta del giacimento petrolifero è iniziato il suo sviluppo industriale. Nel 1959 è stata realizzata la stazione elettrica regionale (la prima in Europa). La città è stata costruita là dove in passato transitavano le carovaniere. In vari periodi questo territorio è stato dominato dagli Shirvanshah, dal vicereame di Shirvan, dal khanato di Shamakhi, in parte anche dal khanato di Javad. Durante gli scavi archeologici effettuati a 2 km dalla città sul monte Mishovag, sono stati ritrovati i resti di un antico insediamento del XIV secolo e relativi al quartiere degli artigiani, dove si sono meravigliosamente conservati 12 forni in argilla, oggetti d’uso quotidiano e ornamenti. Per unificare i piccoli stati feudali azerbaigiani e crearne uno solo rafforzato, per la prima volta lo scià Ismail Hatai, nella seconda metà del 1500, percorrendo la carovaniera che attraversava il territorio della città di Shirvan, trascorse l’inverno a Mahmudabad. Oggi Shirvan è una delle città più grandi dell’Azerbaigian, dotata d’infrastrutture sviluppate. Ci sono scuole, licei, ospedali, impianti sportivi, musei, un teatro popolare, club, sale cinematografiche, palafestival, ristoranti, bar, un albergo. Il territorio è ricco d’idrocarburi (petrolio, gas) e argilla. Gli abitanti della città sono fondamentalmente occupati nel settore industriale. Sono sviluppate le seguenti industrie: industria petrolifera di estrazione, industria del gas, industria di trasformazione, produzione di energia elettrica; ci sono fabbriche e stabilimenti. Inoltre gli abitanti locali sono dediti all’allevamento del bestiame e degli ovini. Non lontano dalla città, lungo le rive del fiume Kur, ci sono buone possibilità per la caccia e la pesca. Tra gli antichi mestieri ricordiamo la tessitura dei tappeti, l’incisione della pietra e la produzione di ceramiche.

 

Gobustan

Il distretto del Gobustan si trova a est di quello di Shamakhi. Dato che il territorio è geograficamente complesso, l’unico tipo di trasporto sviluppato è quello stradale. Il distretto è situato sull’arteria stradale Baku-Gazakh. Gobu in azerbaigiano significa “burrone”. Da qui la denominazione “Gobustan”, ovvero terra di burroni e dirupi. In primavera fioriscono gli iris rosso porpora, grossi papaveri e margherite. Non lontano da Maraza, c’è una fonte di acque minerali salmastre. Al centro dell’altipiano di Maraza, sulla via principale, troviamo Maraza, capoluogo del distretto del Gobustan. Si dice che il nome Maraza derivi dal fatto che in passato un uomo, per salvare la propria moglie da una malattia (maraza), la portò in questi luoghi, dove guarì. I turisti sono attratti dai labirinti di grotte dall’altro lato di Maraza, collegati tra di loro da passaggi e bocche d’accesso intrecciate ingegnosamente. E’ un vero e proprio sistema di gallerie, attraversamenti, labirinti sotterranei, costruito ancora nel Medioevo. Da un punto di vista economico il distretto si basa sull’agricoltura. Si coltivano patate, cavolo, pomodori, piselli, vite, ecc. Pascoli estivi e invernali creano condizioni favorevoli per l’allevamento degli ovini. Il distretto è uno dei principali centri di tessitura di tappeti. Sono famosissimi tappeti locali quali Maraza, Nabur, Chukhanli, Jigirli e Jemjemli.

Shamakhi

Il distretto di Shamakhi è il cuore della regione di Shirvan. Il capoluogo del distretto, Shamakhi, già nel VI secolo fu la città principale del regno feudale degli Shirvanshah. Il distretto non è attraversato dalla ferrovia. C’è una strada statale di 34 km. La maggior parte delle merci trasportate attraverso questo territorio avviene tramite il settore di trasporto non convenzionale. Fin dall’antichità le condizioni naturali di questi luoghi hanno attirato l’uomo. Conferiscono particolare fascino la natura del tutto speciale, il clima mite e le sorgenti di acque minerali. Non ci sono freddi intensi o estati afose. La neve cade 40-80 giorni all’anno (max. 30-50 cm). Da primavera fino in autunno l’alta montagna è rallegrata da boschi di latifoglie (quercia, faggio, carpine), e da prati e cespugli. Nei boschi vivono innumerevoli animali e uccelli. Tra i primi ricordiamo il capriolo, il cinghiale, l’orso, il gatto selvatico. Questa terra attrae moltissimi turisti e villeggianti sia in estate, che in inverno. Qui troviamo una delle vette preferite dagli alpinisti di Baku, il monte Babadag, dove nascono i fiumi Garachay, Velvelichay, Girdimanchay. D’inverno è possibile praticare lo sci alpino, mentre in estate si possono fare divertenti passeggiate a cavallo. E’ celebre la pittoresca località di Girkh-bulag, caratterizzata da moltissime fonti con acqua di sorgente. Per tutelare la natura pittoresca di questi luoghi è stata creata la riserva nazionale di Pirgulu (4.274 ettari). A 3 km a nord-ovest da Chuhururd troviamo il bosco Jangi, che da sempre attrae gli appassionati del turismo sportivo. Tra le querce e i carpini crescono il melo selvatico, il pero, la mirabella, il nocciolo e il corniolo. In questo bosco vivono renne, capre, cinghiali, volpi e lupi. Oltre il bosco, a nord inizia la gola con sorgenti d’acqua sulfurea. Gli scavi archeologici hanno dimostrato l’esistenza di un insediamento risalente a 2500-3000 anni fa. Shamakhi, città dell’Albània Caucasica, viene menzionata negli scritti dello storico greco Tolomeo. Fin dall’antichità Shamakhi è nota per i suoi giardini e i tessuti di seta. Il nome della città, nel corso della sua esistenza multisecolare, è stato cambiato innumerevoli volte. In diversi documenti e in diversi periodi storici s’incontrano anche nomi quali Shirvan, Sharvan, Khairvan, Ashmakh, Shah-Makh, Shamukh e altri ancora. Nel territorio del distretto ci sono molti toponimi, che richiamano alla memoria avvenimenti ed eventi lontanissimi e interessantissimi. L’Osservatorio astrofisico di Shamakhi è situato tra i contrafforti orientali del Gran Caucaso, 22 km a nord-ovest della città di Shamakhi, a un’altitudine di circa 1435 m. L’Osservatorio si occupa principalmente di tre discipline: fisica del Sole, fisica delle stelle variabili, fisica e dinamica dei corpi del sistema solare. Sulla base del progetto elaborato da S. I. Sorin e dall’accademico G. F. Sultanov, l’Osservatorio è stato dotato di telescopi di prim’ordine: telescopio-riflettore con diametro dello specchio di 2 m, telescopio fotoelettrico stellare, telescopio orizzontale solare, ecc. L’Osservatorio studia le formazioni attive sul Sole, le stelle variabili T Tauri, le stelle magnetiche, la rotazione di Terrel, le atmosfere dei pianeti, la struttura, evoluzione e origine dell’anello degli asteroidi e delle comete. L’Osservatorio dispone di una stazione di alta montagna sul monte Batabat nella Repubblica di Nakhchivan, ad un’altitudine di 2300 m, dove è in funzione un grande coronografo solare di Lyot con uno specchio dal diametro di 40 cm. Vicino al villaggio di Melkhem troviamo una grotta sotterranea conosciuta in passato per le sue proprietà curative. Per le persone che soffrono di asma o altre patologie gravi, è sufficiente recarsi a Melkhem e trascorrere nella grotta alcune settimane per guarire. In questo paesino è nato Afzaladdin Khagani, famoso poeta del XII secolo. Tra le città dell’antico Azerbaigian, Shamakhi occupa un posto particolare per quanto riguarda gli eventi tragici che l’hanno colpita. La città fu invasa più volte da conquistatori stranieri che distrussero non solo i monumenti culturali del luogo, ma anche le opere inestimabili degli antichi filosofi. “Shamakhi non può mai dire oggi se esiterà anche domani” – scriveva con toni pessimistici Alexandre Dumas. Tuttavia ogni volta gli abitanti di Shamakhi trovavano in sé le forze per far risorgere la città dalle rovine e dalla cenere. Shamakhi è la patria di scrittori e pittori di talento, di grandi filosofi e architetti: Seid Azim Shirvani, Sabir, Abbas Sahhat, Zeinal Abdin Shirvani, Hamedi Shirvani, Faleki Shirvani, Muhammed Khadi, Nasimi, Haji Zeynalabdin Shirvani, Abubekr Mahomed Shirvani, Azim Azimzade, ecc. Il distretto di Shamakhi è specializzato principalmente in coltivazione di piante e allevamento di bestiame. Le attività più diffuse tra la popolazione sono la coltivazione del grano, l’allevamento di bestiame, inclusi gli ovini, e l’apicoltura. E’ altresì sviluppata la viticoltura e la produzione di vino. Inoltre, l’avicoltura è uno dei settori in crescita. Nei villaggi di Demirchi e Archiman, la tessitura dei tappeti e la forgiatura dei metalli sono antiche tradizioni che continuano a essere tramandate. Nel piccolo villaggio di Jangi, situato all’uscita della strada di Shamakhi in pianura, i turisti possono conoscere abili maestri che tessono i famosi tappeti Shirvan, Gobustan, Shamakhi, Israfil, Arjiman. Nelle famiglie dei pastori si fanno a maglia i jorabi, calzettoni colorati di lana, decorati con motivi nazionali. Vicino a Shamakhi troviamo i resti del Gulustan, possente fortezza dove si trovava il palazzo degli Shirvanshah prima che venisse distrutto nel XVI secolo. Il territorio della fortezza era stato cinto con grandi mura difensive e torri circolari e quadrangolari. Una strada a zig-zag portava dalla fortezza alla cittadella posta sulla sommità del monte e circondata da un anello continuo di possenti mura. La particolarità della fortezza è rappresentata da un lungo passaggio segreto, scavato nella roccia, largo 2 m e alto 2,5-3 m. Il passaggio conduceva dalla fortezza al ruscello, che scorre nella profondità della gola, e supera la collina da sud-est. Aggirando il bassopiano, il passaggio compie alcune curve e s’inerpica ripidamente: in alcuni punti la salita raggiunge il 50%. Lungo il passaggio ci sono degli scalini scavati nella roccia o fatti con grosse pietre.

Agsu

Sulla strada che porta a nord-est da Kurdamir in direzione Shamakhi, a 37 km da Shamakhi, sulla riva del fiume Agsu, troviamo la città di Agsu, capoluogo del distretto omonimo. Il territorio non è attraversato dalla ferrovia. E’ percorso per 38 km dalla strada statale Baku-Gazakh, e per 18 km dalla strada Agsu-Kurdamir. Il territorio è caratterizzato da monti e pianure. I monti sono ricoperti di boschi, ai piedi dei monti e nelle pianure la flora è di tipo semidesertico. In inverno e in estate la temperatura media è di +13/14°C, l’umidità è del 50-81%, le precipitazioni raggiungono i 400- 800 mm annui. In Azerbaigian ci sono molti fiumi denominati Agsu. Si chiamano così semplicemente perché nascono da monti innevati. Agsu significa acqua pulita, trasparente. A Dilman c’è una veduta bellissima delle cascate Durchay, dove nasce il ruscello Gurju. La strada per Agsu attraversa il famoso valico di Agsu, che si estende per 14 km, ad un’altitudine massima di 900 m. Quando il cielo è limpido c’è una vista straordinaria sulla vallata di Shirvan. Il turista è stregato dagli spazi infiniti del meraviglioso panorama. Quando la nebbia avvolge il valico, chi lo attraversa ha la sensazione di trovarsi tra le nuvole. Nel distretto ci sono impianti per la trasformazione dell’uva e dei bozzoli del baco da seta. Agsu è famosa per i tappeti birjo, hashed e pirsaganli. A 4 km dalla città, c’era un tempo il villaggio Eni Shamakhi. Nel 1734, lo scià persiano Nadir, dopo aver distrutto Shamakhi, ordinò ai sopravvissuti di trasferirsi là. Si sono conservate le rovine di questo villaggio che i locali chiamano Haraba-sheher. Tra gli antichi mestieri ricordiamo la tessitura dei tappeti e la forgiatura dei metalli. A Gasad e Bidjo gli abitanti sono dediti alla tessitura dei tappeti. Economicamente il distretto si basa sull’agricoltura. Negli ultimi anni si sta sviluppando sempre più la coltivazione del grano, la frutticoltura, l’orticoltura e l’allevamento del bestiame.

Ismailli

Situato sulle pendici meridionali dei monti del Gran Caucaso, circondato da boschi e montagne, il distretto di Ismailli è una delle più belle dell’Azerbaigian. Il territorio è fondamentalmente montuoso e non c’è la ferrovia, ma solo le strade statali Mughanli-Ismailli e Garamariam-Ismailli- Sheki. Le principali risorse naturali sono i giacimenti di argilla e le sorgenti di acque minerali. La vetta più alta è il monte Babadag (3629 km). La superficie dei boschi è pari a 66.799 ettari. La natura, i fiumi montani, le superfici boschive, i monti, i laghi naturali ed artificiali, le cascate, la flora e la fauna lasciano un ricordo indimenticabile a tutti coloro che visitano questi luoghi. La temperatura media di gennaio è -0,1°C in pianura e -0,7°C in montagna. La temperatura media di luglio è rispettivamente +25,6°C e +20,5°C. In media le precipitazioni annuali raggiungono i 584 mm. Il territorio è attraversato dai fiumi Girdiman, Ag-oh, Goychay. Ci sono le cascate di Galajig, Chaigovushan, Istisu, Burovdal, Mudrusa. I fiori all’occhiello del territorio sono tre laghi naturali, disposti uno vicino all’altro, sul monte Babadag a 3.400- 3.500 m., e due laghi artificiali vicino ai villaggi di Kudmashi e Ashigbairamli. Questi laghi offrono buone opportunità per gli appassionati di pesca. Una parte del territorio fa parte del Parco Nazionale di Shahdag. La natura è ricchissima. Tra le diverse essenze di alberi ricordiamo la quercia, il castagno, il pistacchio, l’ontano, la betulla e il pioppo. Nei boschi troviamo lo stambecco, il cervo, il capriolo, l’orso, il cinghiale, la volpe, lo scoiattolo, la lince, il lupo, il procione, il gatto selvatico, il gallo cedrone, l’aquila e molte altre specie di animali e uccelli. Ismailli è famosa per il poema del grande poeta russo M. Lermontov, che nel 1837, trovandosi a Tirjan, incontrò il celebre cantore nazionale ashig Oruja. Questi, insieme all’ashig Gusar Lezgi Ahmed, fece ascoltare a Lermontov il poema epico sull’ashig Garib, ispirandogli il poema “Ashig- Garib”. La regione è abitata non solo dagli azerbaigiani ma anche da altri popoli e gruppi etnici quali i Lahij di lingua farsi e gli Hapiti, discendenti degli antichi abitanti dell’Albània Caucasica; a Ivanovka, località famosa in tutta la Repubblica, vivono i russi Molokani. Basgal è stata dichiarata riserva storico-architettonica nazionale. Famosa in passato come centro di produzione della seta, Basgal venne circondata da mura difensive. Gli archeologi hanno riportato alla luce i resti d’insediamenti risalenti al I-II sec. Basgal, tra i centri abitati dell’Azerbaigian, è particolarmente ricco di testimonianze urbanistiche antiche. Le strade, le corti e le piazze sono fatte in pietra fluviale. Nel distretto di Ismailli sono particolarmente radicate le tradizioni artistiche popolari. La tessitura dei tappeti viene ancora oggi praticata a Galajig, Tazakand e altre località. Il territorio fa parte dei seguenti itinerari turistici montani: Ismailli-Lahich-Babadasg-Guba (133 km); Ismailli-Lahich-Shamakhi (105 km); Ismailli-Galajig- Gabalya (79 km). Sono altresì famosi percorsi locali quali Ismailli-Lahich (47 km); Ismailli-Basgal-Khankendi-Sulut (36 km); Ismailli-Talistan-Torre di Javanshir (7 km); Ismailli- Galajig-Gasimkhan (38 km); Ismailli-Galagah-Mollaisagli (44 km). L’agricoltura è il principale settore di attività specializzato in coltivazione del grano, viticoltura, frutticoltura, coltivazione del tabacco, allevamento del bestiame, pesca, ecc. Tra le principali attività industriali ricordiamo l’industria di tappeti, stabilimenti per la produzione di succhi, impianti per la produzione di vino, industria della lavorazione della carne, industria casearia, ecc. Lahich Piccola cittadina circondata dai monti, e uno dei più interessanti centri artigianali dell’Azerbaigian, da sempre famosa per la produzione di armi e utensili cesellati in rame. Gli utensili e le armi degli artigiani di Lahich erano particolarmente richiesti in tutto il Caucaso. Da qui partivano per tutto il mondo giachi a doppia maglia, armature resistenti e lame di straordinaria qualità: tutte lavorazioni molto raffinate. Oggigiorno, nonostante le difficoltà, a Lahich ci sono ancora artigiani locali che portano avanti il mestiere dei loro antenati: ramai, conciatori, cesellatori, vasai, fabbri, papakhchi (artigiani che fabbricano antichi copricapo), intarsiatori, incisori di legno e metallo. A Lahich, il sistema centrale di fognatura funziona dal VI secolo. Gli abitanti locali dicono con orgoglio che è uno dei sistemi fognari più antichi del mondo. Gli scarichi di tutte le abitazioni vengono convogliati in un enorme tubo e inviati lontano nella gola della montagna. Proprio come nella Roma antica. A Lahich c’è il Museo di Storia ed Etnografia dove sono esposti molti oggetti interessanti che raccontano la storia di questa terra, le usanze e le tradizioni della popolazione locale. Sono giunti fino a noi monumenti storici unici. Le case, costruite nel XVIII sec., sono davvero particolari. Alcune file di pietre si susseguono ad uno strato di legno allo scopo di evitare la distruzione dell’abitazione in caso di terremoto; il legno infatti riduce la forza delle scosse e in un certo qual modo le ammortizza. Grazie a questa tecnica sui generis di costruzione delle case, a Lahich non si è mai verificato il crollo di una di esse.

Kurdamir

Il distretto di Kurdamir, istituito nel 1930, si estende sulla bassa pianura del Kur-Araz (pianura di Shirvan), lungo la riva sinistra del fiume Kur. Lungo questo fiume troviamo i boschi. Il territorio è attraversato dai fiumi Girdmanchay e Agsu. Il clima è subtropicale con estati calde. Gli animali che vivono in queste terre sono il lupo, la volpe, lo sciacallo, il cinghiale. Tra gli uccelli ricordiamo il fagiano, il francolino, l’oca, l’anatra, ecc. La temperatura media in inverno è di -5°C, mentre a luglio oscilla tra +35°C e +40°C. Le precipitazioni medie annue raggiungono i 250-300 mm. In questo territorio troviamo il monumento storico-archeologico rappresentato dal villaggio di Shahargah. Si tratta di una cittadina medievale situata vicino ad Arabgubali. Al 13° km dell’autrostrada Baku-Gazah ci sono i resti dell’antica città di Shirvan. In questo luogo, durante gli scavi archeologici, sono state ritrovate monete, brocche, oggetti d’uso quotidiano e frammenti delle mura di cinta della città. A Sigirli troviamo l’antico insediamento di Garatepe e un antico cimitero risalente all’inizio del Medioevo. L’economia si basa fondamentalmente su coltivazione del cotone, orticoltura e viticoltura. Il distretto di Kurdamin è famoso per il vino Shirvanshahi. L’industria manifatturiera è sviluppata. Ci sono impianti per la produzione di succhi e bevande. E’ in costruzione un caseificio e una fabbrica per la produzione di ascensori. Il territorio è attraversato per 46 km dall’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan. Il mestiere della tessitura dei tappeti è un’antichissima tradizione che continua ad essere tramandata. Vengono tessuti i seguenti tipi di tappeti: Azerbaigian, Guba, Karabakh, Piravadi, Golu Chichi. Sono da sempre rinomati i tappeti Shilan, il cui nome deriva dall’omonimo villaggio. A Mollakend, sulla riva della Kur, a 25 km dal capoluogo, troviamo il centro di cure Ulusu (prima Shefget) che utilizza per fini curativi l’acqua arricchita di radon della sorgente calda che zampilla a Jarli.

Goychay

Il capoluogo, Goychay, deve il suo nome all’omonimo fiume sulla cui riva è situato. L’acqua del fiume è limpidissima e azzurra. Il distretto di Goychay si trova al centro dell’Azerbaigian, nella parte settentrionale della pianura di Shirvan, ai piedi dei monti del Gran Caucaso. Goychay è una parola azerbaigiana. Il territorio si divide in due diverse aree geologiche: montagna e pianura. L’area montana comprende Bozdag e l’altipiano del Garamaryam, mentre l’area di pianura include tutte le restanti zone. Il territorio è attraversato dal fiume Goychay e dal canale superiore di Shirvan. Il clima è secco, di tipo semidesertico e sub-continentale. Gli inverni sono miti e le estati calde e secche. Le precipitazioni annuali raggiungono i 400-600 mm. Per quanto riguarda la flora, un posto importante è occupato dalla steppa. Nella parte montana troviamo i cespugli. La fauna non è molto ricca. Vi sono comunque alberi che per decisione del governo sono considerati monumenti naturali. Si tratta dei platani orientali (199 alberi); hanno più di 170 anni, diametro di 110 cm e altezza di 25 m. Nel villaggio di Jairli ci sono due platani che hanno 400 anni, diametro di 200 cm e altezza di 35 m. Nel villaggio di Bigir si trova una quercia di 512-520 anni dal diametro di 180 cm e dall’altezza di 20 m. Secondo alcuni dati storici, gli abitanti di questo territorio discendono dalle tribù dei Karamani, giunti dalla Turchia nel XV secolo. In seguito al terremoto di Shamakhi negli anni ’50 del XIX secolo, i sopravvissuti si trasferirono nel territorio di Goychay e in questo modo il centro abitato iniziò ad espandersi. Nell’ambito delle riforme amministrative realizzate dallo zar nel Caucaso, nel dicembre del 1867 l’unità amministrativa di Goychay entrò a far parte del governatorato di Baku. Il centro di tale unità amministrativa, la località di Goychay, cominciò ad essere chiamato città nel 1916. L’8 agosto 1930 fu istituito il distretto di Goychay. Lo sviluppo della città di Goychay inizia intorno agli anni ’30 del XX secolo. Il territorio del distretto è ricco di risorse naturali, utilizzate nell’edilizia. Nella gola del fiume Goychay e vicino al villaggio Jairli vengono estratti ciottoli, ghiaia e sabbia. Nel territorio di Garabaggal ci sono ricchi giacimenti di argilla, utilizzata per la produzione di mattoni di alta qualità. L’economia si basa sull’agricoltura e sull’industria manifatturiera. Parallelamente sono sviluppati telecomunicazioni, edilizia, trasporto, commercio e altri servizi. Sta diventando sempre più importante lo stabilimento per la trasformazione dei melograni che già in epoca sovietica era uno dei principali fornitori di succo di melograno per le grandi città dell’Unione Sovietica. Ogni anno, a partire dal 2006, alla fine di ottobre a Goychay si svolge la “Festa del melograno”. La festa, che inizia nella piazza centrale della città, attira i visitatori da tutte le parti del paese; sono molti anche i turisti e gli ospiti che ci vanno. La strada che porta alla piazza principale tradizionalmente viene decorata ai lati con ceste di melograni maturi, succosi e lucidi. Viene allestito anche un mercato del melograno dove è possibile conoscere la produzione di melograni delle aziende “Goychaysud”, “Goychay-cognac”, “Goychay-konserv”, e della fabbrica di prodotti alimentari di Goychay. Durante la festa viene organizzato il concorso per il melograno più grande e ai vincitori vengono consegnati premi di valore. Come sempre, nel giorno della festa a Goychay giungono le stelle del varietà dell’Azerbaigian; un grande concerto, con canti, danze e fuochi d’artificio chiude la festa.

Ujar

Il distretto è situato nella pianura di Shirvan. Il territorio è attraversato dalla ferrovia Baku-Tbilisi e dall’autostrada Baku-Gazakh. Il distretto si trova sull’antica Via della Seta. Il territorio è al di sotto del livello del mare. Il clima è semidesertico, caratteristico della steppa, con estati calde. In inverno la temperatura media oscilla tra -5°C e -10°C, d’estate tra +30°C e +38°C. Il manto boschivo è caratterizzato da boschi ripariali. Il territorio è percorso dai fiumi Goychay e Turyan (Garasu). La fauna è rappresentata da animali quali il lupo, il francolino, il fagiano, ecc. Il nome di Ujar viene menzionato dal poeta azerbaigiano Shirvani (XV sec.) nelle sue opere. Si presume che il nome derivi da quello dell’antica tribù degli Uchari, che visse a Shirvan. Secondo un’altra teoria, il nome deriva dalla parola ujgar (periferia), in quanto benché oggi si trovi al centro del distretto di Ujar, in realtà nel passato la città si trovava nella parte più periferica di Shirvan. Nel libro del geografo arabo Al-Sitakrin “Le vie del paese”, Ujar viene menzionata come città medievale. Fino al 1939 Ujar faceva parte del distretto di Goychay. Una delle pagine più celebri nella storia di Ujar è rappresentata dalla formazione della 416a divisione di Taganrog durante la Seconda guerra mondiale. In memoria dei soldati della divisione è stato eretto un monumento. La città dispone di uno stadio e di un parco. Nel villaggio di Shilan continua ad essere praticato l’antico mestiere della tessitura dei tappeti.

Agdash

Il distretto di Agdash occupa la parte nord-occidentale della pianura di Shirvan. Il distretto è attraversato dalla linea ferroviaria Baku-Tbilisi. Qui scorrono il canale principale di Shirvan e il canale superiore di Shirvan. La riserva di Turianchay si estende prevalentemente tra i fiumi Alinjachay e Turianchay. In questa riserva troviamo essenze di alberi resistenti alla siccità, tra cui il famoso pino di Eldar. La flora e la fauna sono molto diversificate. Ci sono 11 specie di mammiferi, 10 specie di rettili, 95 specie di uccelli, 800 specie di piante. La temperatura media in inverno oscilla tra -1°C e -3°C, mentre in estate tra +30°C e +35°C. Fin dall’antichità l’uomo si stabilì in queste terre grazie alle favorevoli condizioni naturali e climatiche. Lo scrittore greco Strabone (I sec. a.C.) nei suoi scritti parla di popoli che vivevano qui e che si occupavano di attività economiche, dell’utilizzo del tratto alto e medio del fiume Turianchay per finalità economiche e per la navigazione. Dai tempi più remoti questo territorio è stato dedito all’agricoltura, all’allevamento del bestiame, e alla coltivazione del frumento di qualità, con particolare diffusione della coltivazione del cotone. Nel tardo Medioevo questo territorio si chiamava Arash. Questa città viene menzionata nelle opere di Evliya Chelebi, Sharafkhan Bidlisi, Connely de Bruin, Anthony Jenikson, ecc. Situata sulla carovaniera, in Medio Oriente Arash era famosa per le sue sete. All’inizio del XVII secolo la città era costituita da 10 mila case e 800 botteghe. Il viaggiatore inglese A. Jenikson definì la città luogo meraviglioso nel regno dei Safavidi. La città era sottomessa a Shirvan e veniva gestita dai signori feudali che assunsero il titolo di “sultani”. In seguito, durante le guerre tra Ottomani e Safavidi, il sultanato di Arash, passato di mano in mano, s’indebolì fortemente e negli anni ’50 del XVIII sec. si trasformò in vassallo del khanato di Sheki. Agdash venne fondata nel XVI secolo e ottenne lo status di città a partire dal 1900. Il distretto è fondamentalmente agrario e il settore industriale è caratterizzato dalla fabbrica per la produzione di dolciumi, dallo stabilimento per la produzione di succhi e dalla tessitoria. Tra gli antichi mestieri va ricordato quello del fabbro.

Zardab

Il distretto di Zardab è situato in territorio pianeggiante, a sud-ovest di Shirvan. La maggior parte del territorio si trova sotto il livello del mare. Il clima è di tipo steppico secco. L’area è attraversata dai fiumi Kur e Garasu. La temperatura media in gennaio è di +1,8°C, mentre in luglio è di +30,2°C. La vegetazione è di tipo semidesertico. I boschi ripariali si estendono sulle rive del fiume Kur. La superficie dei boschi è di 1000 ettari. La fauna è rappresentata da animali quali il lupo, la lepre, la volpe, la gazzella gozzuta, il cinghiale, la pernice e il fagiano. Il capoluogo è la città di Zardab. Si suppone che il nome della città derivi da zyar e ab, ovvero “acqua d’oro”, poiché i regolari straripamenti del fiume Kur incrementavano la fertilità dei campi coltivati. Il villaggio di Zardab viene menzionato nei documenti a partire dal 1578. La popolazione locale da sempre si occupa dell’allevamento del bestiame e della coltivazione di piante. In seguito tra la popolazione di Zardab e Alvand la produzione della seta che veniva esportata negli altri paesi, occupò un posto importante. In passato Zardab aveva un’importanza strategica, in quanto si trovava nel punto di incrocio di strade funzionali. In città c’erano 500 case e vicino al villaggio Alvand passava una delle carovaniere. Un’altra strada collegava Zardab alla carovaniera Baku-Salan attraverso i villaggi di Navahi e Javad, e passando da Piraz raggiungeva Ganja, Tbilisi, Shusha e Mingachevir. Zardab è la patria del celebre scrittore azerbaigiano Hasanbek Zardabi, che nella metà del XIX secolo fondò il primo giornale azerbaigiano “Ekinchi” (Contadino). I ponti sui fiumi Garasa e Kur collegano il capoluogo con Agjebedi e, in generale, con il Karabakh. A partire dagli anni ’60 del XIX secolo si assiste allo sviluppo della coltivazione del cotone, della pesca e della produzione della radice di liquirizia. Oggi l’economia si basa su coltivazione del cotone, tessitura di tappeti, allevamento ovino e sericoltura.


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