Turismo
Uno degli scrittori più celebri e prolifici, il romanziere francese Alexandre Dumas (1802-1870), famoso come autore de I tre moschettieri, Il conte di Montecristo, La regina Margot, fu anche un appassionato viaggiatore. Nel 1858-1859 Dumas fa un viaggio in Russia, da San Pietroburgo ad Astrakan, spingendosi fino al Caucaso e in Azerbaigian. L’odissea caucasica è senza dubbio il viaggio più straordinario dello scrittore, che raccoglie le sue impressioni in uno dei libri più affascinanti di appunti di viaggio. Ritornato a Parigi e volendo condividere con i connazionali le impressioni avute dal viaggio Dumas apre una casa editrice propria e già nell’aprile del 1859 inizia a pubblicare il giornale “Il Caucaso”. Sul sito della Biblioteca Nazionale di Francia è inserita la pubblicazione “Il Caucaso” del 1990, con mappe e illustrazioni. In Francia quest’opera viene pubblicata l’ultima volta nel 2002 con il titolo di Le voyage au Caucase (Viaggio nel Caucaso). 13 dei 65 capitoli del libro sono dedicati all’Azerbaigian. Sono indicate le date precise del viaggio di Dumas in Azerbaigian, dal 18 al 27 novembre 1858. Durante questo periodo lo scrittore si ferma a Guba, Baku, Shamakhi, Nukha (Sheki). Nel proprio libro Dumas fornisce informazioni ricche ed interessanti sull’Azerbaigian (natura, città, monumenti architettonici, popolo, cultura, usanze e tradizioni, vita quotidiana, storia, lingua).
L’Azerbaigian offre buone opportunità di sviluppo per i vari tipi di turismo. Il turismo culturale è uno dei più diffusi e importanti. Da un punto di vista culturale in Azerbaigian si contano più di 6.000 monumenti. Il Ministero della Cultura e del Turismo, che attua le politiche culturali del Paese, si occupa anche della conservazione dei beni culturali e del restauro dei monumenti, poi inseriti negli itinerari turistici. Gli itinerari turistico-culturali proposti sono molteplici, ad esempio Alexandre Dumas nel Caucaso e la strada dei vini, inclusi nel programma dell’Unione Europea e attuati nell’ambito dell’Iniziativa di Kiev. Il progetto si prefigge di unire elementi quali la cultura, il turismo e l’enologia per creare un unico prodotto nazionale. Viene anche proposto il nuovo itinerario turistico-culturale I villaggi tedeschi in Azerbaigian. Il Paese può contare sulle potenzialità naturali ed ambientali del proprio territorio, largamente protetto. I parchi nazionali sono caratterizzati da una ricca varietà di flora e fauna. I turisti si recano in Azerbaigian attratti da innumerevoli laghi, fiumi, cascate e paesaggi forestali straordinari. Tutto questo favorisce lo sviluppo del turismo ecologico, uno dei più promettenti e richiesti in tutto il mondo. Oggi, secondo gli esperti, è possibile sviluppare il turismo su 750 km di costa del Mar Caspio, ma in realtà solo il 10% del territorio è utilizzato a tale fine. Questo dimostra le grandi potenzialità di sviluppo del turismo costiero. Caccia e pesca offrono buone possibilità di sviluppo del turismo. In Azerbaigian l’agriturismo si sta rivelando molto promettente. In collaborazione con la Fondazione “Eurasia” sono stati attuati due progetti volti a stimolare l’agriturismo nelle regioni azerbaigiane. I progetti interessano cinque regioni meridionali (Lankaran, Masalli, Astara, Lerik e Yardimli) e tre regioni settentrionali (Guba, Gusar e Davachi). A giudizio degli esperti si tratta di un tipo di turismo oggi particolarmente richiesto. Attualmente in Azerbaigian il turismo invernale è praticamente assente: per svilupparlo è necessario creare le necessarie infrastrutture. Per raggiungere questo obbiettivo si stanno attuando alcuni progetti. Grazie all’apertura del nuovo complesso turistico sciistico (5.000 posti letto e relative infrastrutture) nella regione di Gusar verrà dato forte impulso al turismo alpino sciistico. Il progetto è in fase di realizzazione. Darà la possibilità di sviluppare non solo il turismo sciistico, ma anche quello montano. Ci sono più di cento agenzie turistiche pronte ad accogliere turisti stranieri, offrendo loro diversi tipi di pacchetti: visite ai monumenti antichi, ai centri di tessitura dei tappeti, tour gastronomici, luoghi di pellegrinaggio, safari nei parchi nazionali e riserve, visite ai vulcani di fango, centri benessere e termali, tour individuali e per VIP, canyoning, bodyrafting, crociere, ice climbing, club vacanze, vacanze in spiaggia, visite alla località d’approdo dell’Arca di Noè, battute di caccia e pesca, itinerari lungo la Via della Seta.
ITINERARI TURISTICI
Per permettere ai turisti di conoscere più da vicino l’antica cultura dell’Azerbaigian, la sua bellissima natura, vivendo una vacanza indimenticabile, vengono proposti i seguenti itinerari turistici. La grande Baku La penisola di Absheron: la regione delle spiagge sabbiose dorate e la regione dei grandi misteri e segreti delle raffigurazioni rupestri del Gobustan, un vero e proprio museo a cielo aperto. Ad Absheron si sono conservate le antiche torri che erano servite come difesa e punto di osservazione. La sabbia soffice e delicata delle spiagge di Absheron e il mare dalle acque sorprendentemente tiepide e piacevoli attirano ogni anno un numero sempre maggiore di turisti. Sono i luoghi preferiti di vacanza degli abitanti e degli ospiti della capitale, il paradiso dei fanatici dell’abbronzatura e dei nuotatori accaniti. Baku è la città più grande dell’Azerbaigian, e principale centro culturale, con i suoi musei, teatri, gallerie d’arte.
Nakhchivan – Ordubad – Julfa – Sharur – Shahbuz – Kengerli – Babek – Sadarak
Si tratta di un territorio montano che comprende sette regioni della Repubblica Autonoma di Nakhchivan. I resti delle città antiche, il rifugio del leggendario Noè, i monumenti naturali, le opere architettoniche singolari, i mausolei, le antiche moschee, i caravanserragli testimoniano l’antica storia di queste terre. Il parco nazionale H. Aliyev ad Ordubad è caratterizzato da una ricca biodiversità. Nakhchivan, una delle città più antiche dell’Oriente, è la capitale della Repubblica.
Khizi, Siyazan, Shabran, Khachmaz, Guba, Gusar
La regione nord-orientale del paese, bagnata dal Mar Caspio, è una delle più belle dell’Azerbaigian, caratterizzata da boschi e montagne, cascate e laghi. Qui troviamo il monte più alto dell’Azerbaigian, il Bazarduzu, il Parco Nazionale di Altyaghach e antichi monumenti culturali. Nabran, sulla costa del Mar Caspio, è attraversata da chilometri di estensioni boschive con numerosi villaggi turistici, centri di vacanze e hotel.
Gobustan, Shamakhy, Ismailli, Gabala, Oghuz, Sheki, Zagatala, Balakan
La regione nord-occidentale del paese, che confina con la Georgia e il Dagestan, è un territorio montuoso molto bello, ideale per gli appassionati di escursioni in montagna, con innumerevoli monumenti storici e una ricca varietà di flora e fauna. I safari nel parco nazionale di Shirvan sono un vero e proprio piacere, dove il contatto con la natura regala molte sensazioni. Ci troviamo nella regione storica di Shirvan, nella parte centrale dell’Azerbaigian, a nord-ovest di Baku. La regione di Shirvan veniva spesso chiamata Gulustan, ovvero aiuola di fiori. È una regione ideale per turismo e vacanze.
Salyan, Bilasuvar, Jalilabad, Masalli, Lerik, Lankaran, Astara
Regione di rara bellezza situata a sud-est, al confine con l’Iran, nella zona subtropicale, caratterizzata da una natura esotica, spiagge di sabbia, alberi relitto e sorgenti d’acque minerali. Il parco nazionale di Hirkan e la riserva di Gizilagach rimangono per sempre nella memoria di coloro che li hanno visitati almeno una volta.
Hajigabul, Kurdamir, Yevlakh, Terter, Ganja, Goranboy, Goygol, Mingachevir, Shamkir, Gadabay, Tovuz, Agstafa, Qazakh
Regione occidentale dell’Azerbaigian d’importanza storica, comprendente la seconda città del paese, l’antica Ganja, la recente Mingachevir e le relative zone circostanti. Qui troviamo un paesaggio bellissimo, meravigliosi laghi montani, gole fantastiche e sorgenti. La riserva è caratterizzata da boschi e prati montani. Il lago di Goygol è situato a sud della città di Ganja, sulle pendici settentrionali del monte Murovdag, a 1566 metri, e viene considerato il fiore all’occhiello dei laghi azerbaigiani.
LUOGHI DI PELLEGRINAGGIO
Pir (santuario): luogo di mistero dalla sorprendente capacità di attrarre fedeli e probabilmente prestare loro aiuto. Come confermano gli specialisti, ciascun pir viene considerato un fenomeno isolato, un culto a se stante. I pir sono santuari arcaici. Si tratta di un fenomeno i cui elementi fondamentali risalgono all’epoca delle comunità locali, quando la società non era ancora divisa in classi. Il culto dei pir non si colloca in nessuna religione. Il termine pir in azerbaigiano significa anziano saggio, fondatore della comunità religiosa, ovvero una persona che ha la capacità di aiutare gli altri, infondendo saggezza, condividendo la conoscenza e guarendo l’anima e il corpo. I pir si trovano in posti diversi: sulle strade, nelle grotte, nei cimiteri, nei boschi, sui promontori e sulle isole, sulle colline e sui monti. Nelle regioni montane, abitate fin dall’antichità, si riteneva che sulle vette dei monti si trovassero forze superiori. L’antico Atashgah, il monte Babadag e Beshbarmag, la radura del Gobustan (con i monti Kichikdash, Beyukdash, Djingirdag), e altri luoghi simili sono considerati meta di pellegrinaggio dove riposano numerosi santi. In genere, qui si trovano piccole cappelle e altari. In Azerbaigian molti santuari sono situati sulle vette delle montagne considerate sacre, ad esempio il pir vicino al villaggio di Irmashly (regione di Shamkir), il pir Alibendinsky (regione di Goygol), il pir di Kurmuk (regione Gakh). Tra i numerosi santuari presenti, molti sono diventati meta di pellegrinaggio non solo per i popoli del Caucaso, ma anche per gli altri popoli. Nel territorio del Karabakh vi sono più di 200 pir.
Santuario di Ashabu Kaf
Ashabu Kaf, antico villaggio e santuario musulmano, si trova a 12 km dalla città di Nahchivan, tra i monti Ilandag e Nahajir. Molte leggende sono legate al suo nome, che viene citato anche nel Corano in 18 sure. Il simbolo del sapere nella sura è il pesce. Secondo il Corano Allah salvò dall’inseguimento sette uomini giusti che si rifugiarono in una grotta. I sette giovani, sfiniti, si addormentarono. Ebbero l’impressione di aver dormito una sola notte, ma in realtà erano trascorsi più di 300 anni. E per tutto questo tempo un cane aveva fatto loro la guardia. In effetti, in un enorme crepaccio, sono state ritrovate 7 figure impresse sulle pareti e qui è stato rinvenuto lo scheletro di un cane. Questo monumento storico è stato restaurato negli anni ’90 migliorandone l’accesso per i pellegrini. Sono state costruite una strada e una moschea. Un enorme meteorite di ferro caduto chissà quando, sistemato in un basamento, oggi indica l’entrata della grotta nascosta nel crepaccio della montagna. L’entrata è rivolta a sud e per questo motivo, probabilmente, è stata scelta dai nostri antenati.
Santuario di Nazir Gakhasi
Questo santuario si trova a sud-est di Shusha nel luogo conosciuto con il nome di “40 pillakan“ (40 gradini). Secondo la leggenda qui si trovano le impronte fossili dei piedi, delle mani, del colpo della spada, degli zoccoli del cavallo e degli oggetti appartenenti a Ali Hazrat. è interessante che nel posto in cui ci sono le impronte delle mani c’è sempre un serpente che dorme.
Pir di Mazanene
è situato nella regione di Jebrail. Secondo lo studioso russo Z. Yampolsky questo santuario testimonia l’accresciuta importanza del ruolo della donna nella vita sociale, nel periodo transitorio di sviluppo della società divisa in classi; in seguito la religione islamica darà a tale santuario il nome di Ojag-Ochag, ovvero luogo di culto. I resti dell’antico villaggio Mazanene Kendi si trovano proprio qui. Le scritte “Aziz ibn Seid al Muhammed” e le date storiche (750, 760 e 809) riportate sulle lapidi nell’antico cimitero testimoniano la presenza degli Azerbaigiani in questo luogo sin dall’antichità.
Ziya baba ojagi
Questo luogo di culto si trova nella regione di Zangilan. Si racconta che un certo Ziya, persona umile e prodiga di preziosi consigli, era noto nel suo villaggio e nei dintorni. Le persone che si recavano da lui affette da verruche, eruzioni cutanee e paralisi guarivano. I pellegrini arrivavano da tutti i villaggi di Zangezur. Si narra ancora che qui trovavano rifugio le belve.
Pir di Mir-Movsum Aga
Secondo la leggenda, Mir-Movsum Aga discende dal profeta ed è l’ultimo santo. Questo personaggio è esistito realmente alla metà del XX secolo; invalido fin dall’infanzia, viveva nella fortezza di Baku ed era in grado di guarire con le mani e di predire il futuro. La tomba di Mir-Movsum Aga, nel villaggio di Shuvalan nella penisola di Absheron, è uno dei luoghi di venerazione più famosi dell’Azerbaigian. Questo santuario è visitato da pellegrini dell’Azerbaigian e di altri paesi. Le persone sono venute a sapere del fenomeno perché hanno conosciuto Mir-Movsum Aga di persona, o sono stati testimoni dei suoi miracoli, o solo per sentito dire, rivolgono con speranza lo sguardo verso questo luogo sacro. I pellegrini che si recano presso questo santuario si ritrovano in una sorprendente atmosfera di purezza e quiete spirituale. Mir-Movsum Aga non si è mai vantato della propria generosità e filantropia. Il denaro raccolto al santuario viene inviato agli orfanotrofi, alle case di cura, alle famiglie dei profughi e ai poveri.
Pir Huseyn
Il villaggio di Baloglan, nella regione di Hajigabul, si trova a 127 km da Baku. Proprio qui è situato il complesso storicoarchitettonico (XI sec.) che prende il nome dal grande sceicco di Shirvan Pir Huseyn. Il nome Hjigabul significa “Il Signore onnipotente accoglierà il tuo hajj”. Il santuario di Huseyn è considerato luogo sacro e da molti anni i pellegrini visitano questo complesso storico. Lo sceicco di Shirvan, Huseyn, fratello minore del poeta e filosofo sofista Muhammed Bakuvi, si rivela persona saggia e credente. Proprio per questo motivo il filosofo Baba Kuhi, famoso in Medio Oriente, viene chiamato Pir Huseyn. Probabilmente proprio per questa ragione oggi, il suo nome non è stato dimenticato; al contrario si ritiene che Pir Huseyn abbia avuto un ruolo molto importante nel formare il pensiero islamico e filosofico dell’Azerbaigian.
Vetta del monte Babadag (pir Hazrat Baba)
La vetta del monte Babadag (3629 m) è uno dei santuari maggiormente venerati in Azerbaigian. In estate i pellegrini percorrono i sentieri di pietra delle gole dei fiumi Girdimanchay e Geokchay. Il pellegrinaggio dura diversi giorni e per tutto questo tempo giovani e anziani dimenticano la stanchezza e le comodità, guadano impetuosi fiumi montani dalle acque gelide, sopportano tenacemente il freddo notturno e la nebbia, le intemperie e il caldo estenuante, e passo dopo passo salgono al santuario. Man mano che i pellegrini si avvicinano alla vetta, la natura circostante si svela ai loro occhi, facendo loro dimenticare le difficoltà e la stanchezza. Prati alpestri si schiudono al di là di innevati contrafforti rocciosi; distese di prati montani si estendono come una tela vellutata verde scuro; infine, ancora più lontano e fino all’orizzonte la steppa di Shirvan si allarga come un miraggio, mentre al nord l’orizzonte si fonde con il mare. La lunga salita al santuario, percorrendo un ripido sentiero tra pietre e pendii innevati, porta alla tomba del santo. Le persone che vi sono state parlano di particolari sensazioni, una sorta di stato di grazia che li pervade e di felicità per le difficoltà superate. Il santuario di Hazrat Baba si trova sul punto più alto del monte Babadag, nella catena montuosa del Caucaso.
Monte Jingirdag
Il monte Jingirdag, considerato un santuario, è chiamato dalla popolazione locale Jangir Baba. Ancor oggi gli abitanti delle località vicine si recano al pir Garaatli, situato sul monte Kichikdash.
Santuario Hizirzinde
Secondo la leggenda, per cercare l’elisir di lunga vita il profeta Hizr, creatura immaginaria vestita di verde, si era recato nei pressi del monte Beshbarmag, dove avrebbe trovato la fonte di tale elisir nel regno sotterraneo e l’avrebbe bevuto, divenendo così immortale. Uno dei santuari più vicini e accessibili si trova sulla vetta del monte Beshbarmag. Lungo la strada Baku-Guba, alle pendici della montagna, vi è un luogo molto frequentato, dove è situato il santuario omonimo. I pellegrini che salgono fin sulla vetta si trovano davanti un panorama affascinante, che tocca l’anima: da un lato il mare, che da un’altezza a volo d’uccello appare sempre calmo, si estende fino all’orizzonte, e dall’altro si possono ammirare catene montuose a perdita d’occhio, che si susseguono sempre più alte. Qui inizia o termina, il Caucaso Orientale. Quando è sereno, persino in estate è possibile vedere in lontananza le vette avvolte da una foschia biancastra, ricoperte dalle nevi perenni. La natura ha creato un santuario naturale per l’uomo.
Pir di Kurmuk
Il pir di Kurmuk si trova sulla collina vicino al fiume omonimo (regione di Gakh). Sulla terrazza della collina si eleva una roccia sacra, oggetto di venerazione fin dal periodo paleocristiano. Tale roccia è particolarmente interessante per archeologi, etnografi e studiosi di storia dell’architettura. Sulla cima della roccia, su una superficie di non più di 20 m2, vi è una costruzione di piccole dimensioni eretta tra il IV secolo e l’inizio del V. Accanto alla roccia vi è una chiesa risalente all’epoca dell’Albània Caucasica, oggi ortodossa, recentemente restaurata da tecnici azerbaigiani. Con la conquista definitiva del regno Jaro-Balakan (1830) da parte dello zar russo e la fine del Sultanato Ilisu (1844), la popolazione della regione di Gakh viene cristianizzata con la forza. Alcuni abitanti di Gakh, contrari a cambiare credo religioso, abbandonano la regione e si trasferiscono nella Turchia ottomana. Proprio in questo periodo (1897) viene costruito il santuario di Kurmuk sulle rovine dell’antica chiesa dell’Albània Caucasica, poi chiesa russoortodossa nella regione di Gakh. Sia i musulmani che i cristiani si recano in questo luogo, sacro per entrambi, così come facevano i loro antenati. Alcuni accendono delle candele e le depongono sulla roccia sacra, altri legano dei pezzetti di stoffa sui rami dell’albero Dagdagan o sulla maniglia del portone del santuario, e chiedono una grazia al Signore.
Moschea di Bibi-Heybat
A pochi chilometri da Baku, nel villaggio di Shikh, l’antica moschea di Bibi-Heybat è stata per secoli luogo di pellegrinaggio. La famiglia di Imam Rza, scampata alle persecuzioni, fu costretta a rifugiarsi in Iran. Una delle sorelle di Imam, Ragima Khanum, si trasferì nel villaggio di Nardaran ad Absheron, mentre l’altra sorella, Okuma Khanum, con il proprio servitore Heybat, si stabilì a Shikh. Heybat chiamava la propria padrona Bibi. Da qui il nome della moschea Bibi-Heybat. La moschea risale al XIII secolo ed è stata costruita dall’architetto di Baku Mahmud ibn Sadom. Durante il periodo sovietico, negli anni ’30, viene distrutta. Sullo stesso luogo oggi è stata edificata una nuova moschea con lo stesso nome. La moschea di Bibi-Heybat è uno dei monumenti religiosi più famosi dell’Azerbaigian.