- la Regione di Ganjabasar

Ganjabasar è il nome che in Azerbaigian delimita il territorio occupato dalla città di Ganja e dai distretti limitrofi aventi stretti legami economici con Ganja, condizioni geografiche e climatiche affini, e pagine di storia in comune. Tradizionalmentefanno parte di questa regione, oltre a Ganja, anche i distretti di Samukh, Agstafa, Tovuz, Shamkir, Goygol, Gazakh, Dashkesan, Gadabey, Goranboy e la città di Mingachevir. La regione è da sempre famosa per la sua ricca storia, per i mestieri, i prodotti, le città e i villaggi, per la maestria degli artigiani, i cantori Ashig, le antichetradizioni e i monumenti architettonici. Il territorio è caratterizzato da una grande varietà di piante, animali e risorse naturali. Grazie ai laghi montani Ganjabasar è considerata una delle regioni più belle dell’Azerbaigian. Qui tutto è meraviglioso: i boschi vigorosi, le vette innevate, i fiumi dalla forte corrente, le cascate rumorose,le sorgenti minerali curative, l’aria di montagna cristallina e pura, i variopinti prati alpestri e subalpestri. Il variegato mondo vegetale e animale, le superfici boschive che si estendono lungo la catena montuosa del Murovdag, l’aria pura, la riccavegetazione attirano in estate gli amanti della natura. L’altipiano Khoshbulag, con i suoi prati alpestri e le fresche sorgenti, è molto rinomato. Tra le altre bellezze naturali della regione abbiamo le grotte del monte Avey dag, il Gazil Gaya (Roccia d’oro), che brilla di color oro sotto i chiari raggi del sole; un tempo sulla sua sommità c’era la fortezza di Kergoli (Didivan) del XVI-XVII sec. I silenziosi paesini situati in questo paesaggio pittoresco invitano al riposo, mentre i boschi ricchi di selvaggina e i laghi pescosi offrono ottime opportunità di caccia e pesca.

Ganja

Ganja è la seconda città più grande dell’Azerbaigian, cuore dell’antichissima cultura, centro industriale dell’Azerbaigian occidentale. La città è situata nella bassa pianura Ganja/Gazakh, su entrambe le rive del fiume Ganjachay. Il 25 settembre 1139, nei dintorni di Ganja, ci fu una fortissima scossa di terremoto che portò alla formazione dei bellissimi laghi Goygol, Maralgel, Zeligel, Garagel, Guzgugel, Chilligel e Uchgellar. Uno di questi, il lago Goygol, è il fiore all’occhiello dell’Azerbaigian. Il lago si trova a 25 km a sud di Ganja, sul versante occidentale del monte Murovdag, 1566 metri s.l.m. Per tutelare la natura, le rare specie di flora e fauna di questi luoghi, nel 1965 fu istituita la Riserva Nazionale di Goygol. Secondo alcuni studiosi le fondamenta della città furono poste durante il regno di Alessandro il Macedone (336-323 a.C.), secondo altri invece nel II-IV secolo a.C. La città, che ebbe un ruolo importante nella storia dell’Azerbaigian, si trovava all’incrocio delle vie carovaniere; i viaggiatori si fermavano qui e i forestieri venivano rallegrati con chiacchierate. A partire dal X secolo, quando Barda perde il ruolo di capitale di Arran, Ganja inizia ad svolgere un ruolo importante nella vita sociale, economica e culturale del Paese. Per lo sviluppo della città commercio e artigianato diedero un contributo fondamentale. Ganja disponeva delle necessarie potenzialità economiche per favorire lo sviluppo dell’artigianato. Le miniere di ferro, rame, ecc. situate vicino a Ganja, rifornivano di materie prime gli artigiani. Man mano che Ganja s’ingrandiva, divenendo la capitale del Paese, il rafforzamento dell’esercito assumeva particolare importanza. Già in questo periodo furono erette le mura difensive e scavati i fossi. A Ganja c’era un’imponente fortezza. Durante il regno di Fadlun I la città fu ulteriormente fortificata. Furono costruiti palazzi, una nuova fortezza, ponti e caravanserragli. Si cominciò a coniare le monete. Nel 1063 il mercante Ibrahim fece le famose porte di Ganja. Man mano che Ganja si trasformava in un grosso centro, si sviluppavano anche l’economia e la cultura. La seta di Ganja e gli articoli di seta conquistarono le simpatie degli acquirenti non solo nei bazar locali, ma anche all’estero. I secoli XII-XIII possono essere considerati il periodo di massimo splendore di Ganja, la seconda capitale del regno degli Atabegi Ildegizidi. Grazie al fatto che i manufatti di Ganja divennero famosi ben oltre i confini del Paese, la città venne definita “madre delle città dell’Albània”. Il tessuto che si produceva qui, chiamato “seta di Ganja” era molto apprezzato nei mercati orientali. Nel XVIII secolo si formò il khanato di Ganja che giunse fino al XIX secolo, quando venne conquistato dalla Russia zarista. Il khanato entrò a far parte dell’Impero russo e Ganja assunse il nome di Elizavetpol. Durante il periodo sovietico la città mutò nuovamente nome e divenne Kirovabad. Solo nel 1989 la città riprese il nome di Ganja. Patria del grande Nizami, della poetessa Mehseti-khanum, di Mirza Shafi Vazeh, e città dall’antichissima cultura, Ganja ha conservato l’immagine di una bella città ricca di monumenti architettonici. Lo sviluppo storico della città è raccontato dal Museo di Storia. Non è possibile andare a Ganja e non visitare il mausoleo del grande poeta Nizami. L’opera monumentale ricorda un obelisco di marmo alto 20 m. Dietro il monumento ci sono delle statue di metallo che rappresentano i personaggi delle opere di Nizami. I minerali metalliferi, estratti dalle vicine miniere, riforniscono le industrie metallurgiche di Ganja. Sono sviluppati i settori della ceramica, della seta, l’industria della trasformazione di prodotti agricoli, la produzione di vino e vodka, l’industria dolciaria e dei mobili. La moschea del Juma (moschea dello Scià Abbas) fu costruita nel 1604-1606 dall’architetto sceicco Bahaheddin. Sono particolarmente interessanti le grandi finestre ad arco, realizzate in mosaico, sulla facciata meridionale della moschea. Nel costruire la moschea la tecnica architettonica utilizzata è quella della doppia parete: tra la muratura esterna ed interna si è adoperato un miscuglio di sabbia, paglia, argilla, albume, crine di cavallo e altri materiali. Questo permetteva di difendere l’interno dal freddo invernale e dalla calura estiva. Inoltre, simili pareti conferivano alla struttura elasticità e fungevano da protezione in caso di eventuali terremoti. Proprio per questo motivo la moschea non ha sofferto durante i numerosi terremoti. Un’altra peculiarità della moschea consiste nel fatto che esattamente a mezzogiorno l’ombra che cade sulla parete occidentale della moschea sparisce. La struttura è coperta da una cupola di 17 metri di diametro. Inizialmente la cupola era smaltata; in seguito, all’inizio del XX secolo, fu rivestita di metallo.

Agstafa

Il distretto è situato all’estremo ovest dell’Azerbaigian, ai piedi del Gran Caucaso, al confine con la Georgia. Il territorio è attraversato dal principale fiume azerbaigiano, la Kur, dall’affluente Agstafa, e da molti altri fiumi minori. A 40 km da Agstafa troviamo il lago Jandargel. Per tutelare i boschi ripariali è stata istituita la Riserva Nazionale di Gara-Yaz sulle rive della Kur, non lontano dal capoluogo. Il clima è temperato. La temperatura media d’inverno è 0-10°C, d’estate +25°C/+30°C. Agstafa deve il proprio nome alla tribù degli Oghuz. La presenza di un’antica civiltà in questa regione è testimoniata dai numerosi scavi archeologici che hanno permesso di portare alla luce tombe a forma di brocca, monumenti appuntiti, coltelli, asce, accette. A Shomutepe sono stati scoperti due strati geologici risalenti all’eneolitico e alla fine dell’età del bronzo. Agstafa faceva parte dello stato dell’Albània Caucasica con due unità amministrative: Kambisena e Girdman. Gli storici presumono che il territorio di Girdman, inglobato nella regione di Utik, sia l’attuale Gazakh, nel distretto di Agstafa. Nei tempi antichi qui c’erano le città di Khalkhal e Hunan. Gli studiosi ritengono che Khalkhal sia la città di Askipara, mentre Hunan sia il territorio di Agstafa nel punto di confluenza dei fiumi Kur e Khramchay. Agstafa è situata vicino al confine con la Georgia. La città fu fondata nel 1914 come nodo ferroviario. La ferrovia arriva diretta a Tbilisi. La Georgia è divisa da Agstafa dal ponte Girmizi-kerpu. Agstafa è una cittadina tranquilla; in centro c’è un bel parco con ristoranti, sale da the e cinematografo. A 20 km da Agstafa, in un luogo pittoresco, tra monti e boschi, troviamo il villaggio di Tatli con la famosissima sorgente Galamja. La popolazione è fondamentalmente dedita all’allevamento e all’agricoltura. Ad Agstafa si rispettano le antiche tradizioni: l’arte Ashig, tessitura dei tappeti, fabbricazione di strumenti popolari. Il lavoro degli archeologi viene coronato dal successo con la scoperta dell’insediamento eneolitico nel territorio di Agstafa, vicino alla stazione ferroviaria Beyuk-Kasik sul confine con la Georgia. I resti di mattone grezzo, i focolari, il forno di ceramica, numerosi strumenti da lavoro di pietra, vetro vulcanico e osso non assomigliano affatto agli altri reperti eneolitici scoperti in quest’area. Tuttavia, i materiali trovati sono uguali a quelli portati alla luce a Leylatapa, nel basso piano del Karabakh, e sono simili a quelli risalenti all’eneolitico in Mesopotamia. Questo dimostra la migrazione di alcune tribù dalla Mesopotamia al nord alla fine del V millennio a.C. L’insediamento di Beyuk-Kasik testimonia che i migranti dalla Mesopotamia giunsero fino alle propaggini del Gran Caucaso.

Gazakh

Il distretto è situato nella parte occidentale dell’Azerbaigian ed è attraversato dai fiumi Kur, Agstafachay, Chogaz, Khramchay. Ai piedi della montagna inizia la pianura ricoperta di prati alpestri. E’ il pascolo estivo di Altuntakht (Trono d’oro). Dietro la pianura, la catena montuosa è solcata dal passo Inja (elegante). Dietro il passo Inja si erge il monte Garagounlu. Lungo i fiumi si estendono i boschi ripariali. Il territorio è abitato da caprioli, cinghiali, volpi, lepri e lupi: tra gli uccelli è possibile incontrare la coturnice e varie specie di uccelli migratori. Qui troviamo la Riserva Nazionale di Avey, considerata monumento naturale e architettonico. Fanno parte della Riserva il monte Geyazan con i resti di antiche mura e torri difensive, le grotte del monte Avey, il tempio dell’Albània del VII secolo, la sorgente Damjili, la sorgente Mamed Kokha e il lago Choraz. Il clima in pianura è temperato, caldo e secco, di tipo subtropicale. La temperatura media in gennaio è di 0-5°C, mentre in luglio oscilla tra +18°C e +35°C. Le precipitazioni annuali raggiungono 350-700 mm. Storicamente sappiamo che nell’VIII secolo il condottiero Mervan ibn Muhammed fondò il villaggio chiamato all’epoca “Kasal”. Nelle fonti arabe di quel tempo, Kasak-Kazak era considerato un grosso centro abitato. Durante il frazionamento dell’Azerbaigian in khanati, il sultanato di Gazakh-Shamshadin divenne uno degli stati feudali. Nel 1752 entrò a far parte del khanato di Sheki e dal 1786 Gazakh divenne parte del khanato di Ganja. Fece parte del governatorato di Ganja fino all’8 agosto 1930, quando Gazakh divenne un distretto autonomo. Gazakh è la patria di talentuosi poeti azerbaigiani, studiosi, artisti e cantori ashig. Qui sono nati i poeti Molla Panah Vagif, Vidadi, Samed Vurgun, Huseyn Mehti e molti altri. Questa terra ha dato i natali ad Aliaga Shihlinsky, celebre generale che partecipò all’assedio di Port Arthur. In tutto l’Azerbaigian i cantori ashig sono famosi e stimati. Gazakh è uno dei centri di tessitura dei tappeti, antico mestiere tradizionale portato avanti da molti abitanti del distretto. Nel villaggio di Yukhari Salakhli vengono ancora oggi osservati tutti i rituali e le cerimonie legate alla festa primaverile del Novruz-Bayram. Gli ospiti possono vedere come in passato veniva festeggiato l’equinozio di primavera. Nel 1918 a Gazakh fu inaugurato il primo seminario magistrale dell’Azerbaigian. A Gazakh ci sono una bella moschea e le terme, antiche ma ancora funzionanti. La città ospita alcuni parchi, la casa della cultura e un museo con molti reperti in esposizione. Nel distretto troviamo il centro di allevamento cavalli dove vengono allevati i famosi cavalli di razza Deliboz. Questa razza di cavalli da sella, molto resistenti, è stata selezionata nella regione di Gazakh.

Goranboy

Il distretto di Goranboy è situato a nord-est, ai piedi del Caucaso Minore. Il territorio è montuoso ma diventa pianeggiante al nord. A sud-ovest il distretto è contornato dai versanti settentrionali del monte Murovdag. In pianura il clima è caldo d’estate e secco e mite in inverno, mentre in montagna è fresco d’estate e secco e freddo in inverno; nelle propaggini il clima d’inverno è alquanto temperato. La temperatura media in gennaio, in pianura, è pari a -1,5°C, in montagna raggiunge i -10°C; in luglio la temperatura è di +26°C in pianura e +10°C in montagna. Non lontano dalla città troviamo l’antica città fortezza Shatal. Una volta la fiorente città si trovava sulla via carovaniera tra le antiche città di Ganja e Barda. Lo storico dell’Albània M. Kalakantuisky, nel suo libro “Storia dell’Albània”, scriveva che Shatal si trovava sulla stessa rotta di Sheki, Shemakhoy, Shabran e Shamkir. Dalle fonti antiche si sa che Shatal come città esisteva già nel V-VI sec. e in vari periodi è stata chiamata Shatar, Shatal, Shetel, Shutur. I conquistatori la rasero al suolo. Laddove un tempo sorgeva Shatal oggi c’è la località di Gala-yeri. La regione deve la propria popolarità alla città di Naftalan, sorta relativamente di recente in luogo del piccolo villaggio omonimo di Naftalan. Naftalan è una località di cure termali con centri di cura e soggiorno. La sua ricchezza principale è rappresentata dalla nafta naftenica. Etimologicamente il nome Naftalan deriva dal nome antico dato all’olio dei Medi, ovvero nafta, col significato di “che sta scaturendo”, oppure “che sta fuoriuscendo”. Le proprietà terapeutiche del naftalan sono a buon diritto famose in tutto il mondo; è infatti considerato un rimedio esclusivo per curare le malattie dei nervi, i disturbi ginecologici, urologici, patologie cutanee, disturbi renali, articolari e dei tessuti molli extraarticolari dell’apparato locomotore. Non a caso un’antica leggenda racconta come la maga Medea avesse donato all’eroe epico greco, l’argonauta Giasone, l’olio che lo rendeva incombustibile, difendendolo dal fuoco e dalle fiamme. In passato migliaia di persone provenienti da varie parti dell’Asia, anche dalla lontana India, cercavano di guarire da diverse patologie andando in Azerbaigian e portando via la nafta naftenica per curarsi a casa. Intere carovane di cammelli, carichi di otri di nafta naftenica, furono inviati nei lontani paesi orientali. Nel 1887 l’ingegnere tedesco Eger cominciò a produrre l’olio “Naftalan” in Germania, esportandolo poi in molti paesi. Nella guerra russo-giapponese i soldati giapponesi mettevano nei loro zaini dei vasetti contenenti l’olio naftalan. Sui vasetti c’era un breve scritta che dava coraggio al soldato: “Chi ha quest’olio , non teme le ferite”. A Naftalan c’è l’unico museo al mondo, dove sono ad esempio esposte le stampelle divenute inutili per i malati una volta guariti. L’economia della regione si basa sulla coltivazione del grano e della vite, sull’allevamento, sulla coltivazione del cotone e sull’apicoltura.

Gadabey

Il distretto di Gadabey è situato nel Caucaso Minore, in alta e media montagna. Le vette più alte sono il monte Goshabulag (3549 m) e il monte Khojadag (3317 m). In alta montagna il clima è tipico della tundra montana, in prossimità dei monti le estati sono calde e secche. La temperatura media in estate oscilla tra +10°C e +25°C, d’inverno tra -2°C e -15°C. Le precipitazioni annuali raggiungono 600- 900 mm. Nel territorio del distretto troviamo la famosa riserva Gizilcha e quattro monumenti naturali: le estensioni boschive di Govdu, Gedakdara, Gamish e Shamlig. Il territorio è attraversato da decine di fiumi: Shamkirchay, Zaiyamchay, Gizilja, Cholpan, Mishchay, ecc. Nella gola di Kechidarasi ci sono le straordinarie cascate di Shir-shir e Mis, e le sorgenti Kechi-kechi, Jarga, Juyur, Ayi e Geyali. Ci sono anche sorgenti d’acqua minerale nei villaggi di Jaldash, Gizilja, Mor-mor, Turshsu, Seudlu, Khar-khar, Narzan e Zahmat. Nei monti, nei boschi e nelle gole della regione ci sono molti animali e molte piante. Il territorio offre buone possibilità per la pesca sul fiume Shamkir. La storia di Gadabey inizia nel II millennio a.C., come confermato dai risultati di rilevanti scavi archeologici: Boali Gablar e Gadabey-Khojaly. Lo storico dell’Albània Mihtar Goshun nei suoi manoscritti del 1206, parlando della vita del popolo e della natura della regione, faceva riferimento a Gadabey Getabak. L’area è caratterizzata da molti monumenti storico-culturali del periodo dell’Albània. Qui è stato trovato il cosiddetto “tesoro di Gadabey”: antiche brocche con gioielli, monete d’argento, utensili d’uso domestico, monili, ornamenti. Alla metà del XIX secolo, la ditta tedesca “Siemens”costruisce a Gadabey due fabbriche per la fusione del rame, che forniscono un quarto del rame fuso nella Russia zarista. I fratelli Siemens furono gli autori del lavoro scientifico “Galakend”, scritto sulla base dei risultati degli scavi archeologici effettuati in questo territorio. Il distretto è dedito alla coltivazione delle patate e all’allevamento. Tra i mestieri antichi ricordiamo il ricamo a mano, la tessitura dei tappeti, l’intaglio del legno e del metallo.

Dashkesan

Il distretto di Dashkesan è situato sul versante nord-orientale del Caucaso Minore ed è il cuore dell’industria mineraria del Paese. I monti più alti sono il monte Hinaldag (3367 m) e Goshgardag (3361 m). Il territorio è attraversato dai fiumi Goygolchay, Ganjachay, Balijalchay, Shamkirchay e Goshgarchay. Ci sono molte sorgenti e fonti di acque minerali: Umurtali, Narzan, Turshsu, Gibla, Gaygi, Beyrak, Idris e Seyid. I boschi estesi lungo le strade rendono la regione particolarmente bella. Nei boschi crescono molte bacche, piante officinali e alberi selvatici da frutta. La flora e la fauna sono particolarmente varie. S’incontrano il capriolo, l’alce, lo stambecco, l’istrice, la lince, il francolino, il picchio, il colombaccio, la palomba, la civetta, l’aquila. Nel bacino idrico Zagali troviamo il fagiano, la trota, la perca. Le precipitazioni annue raggiungono i 600-900 mm. L’aria pulita, l’abbondanza di vegetazione, il ricco mondo animale che caratterizzano le estensioni boschive lungo la catena montuosa del Murovdag attirano in estate gli amanti della natura che arrivano con le famiglie dalle aree vicine e dalla capitale per trascorrervi momenti di relax. Nei villaggi di Zagali e Zivlen, nei laghi artificiali di Khoshbulag e Goygol gli appassionati di pesca possono dedicarsi al loro hobby. E’ particolarmente popolare il pascolo estivo di Khoshbulag con i suoi prati alpestri e le sorgenti fresche. Il distretto di Dashkesan, come unità amministrativa, viene istituito nel 1930. Fino al 1956 si chiama distretto di Dastafur. Nel 1956 acquista il nome di distretto di Dashkesan. Il toponimo della città significa “intagliatore di pietre”. Il territorio è ricco di minerali di ferro, alluminio, cobalto, oro, rame, quarzo e altri; troviamo anche pietra calcarea e marmo. Oltre alla produzione industriale è sviluppata anche l’agricoltura: allevamento, avicoltura, pesca e apicoltura. Tra i mestieri antichi vengono praticati la tessitura di tappeti, la cesellatura, l’intaglio del legno e della pietra.

Yevlakh

Il distretto di Yevlakh si trova sulla riva destra del fiume Kur. A Yevlakh convergono le arterie stradali che portano a Khankendi, Mingachevir, Sheki, Balakan e Ganja. Il territorio è attraversato dalla linea ferroviaria Yevlakh-Balakan che si può dire percorra i luoghi più belli dell’Azerbaigian. La vegetazione è semidesertica. La fauna nei boschi ripariali non è ricca. Il fiume Kur attraversa il capoluogo della regione. Un altro fiume è il Turianchay. Il territorio è fondamentalmente pianeggiante, solo da nord a ovest si estendono le colline, mentre una piccola parte del territorio è occupata dai monti Bozdag e Archandag. Il clima è secco, di tipo semidesertico, mite in inverno. La temperatura media d’inverno è di -4,8°C, in estate +23,6°C. Le precipitazioni annuali raggiungono 359 mm. Nel territorio dell’attuale distretto di Yevlakh, 3 km a est dal villaggio di Khaldan, nel Medioevo c’era l’importante città di Arash. Non lontano dal villaggio ci sono ancora oggi resti delle mura e del ponte. Secondo gli storici, la città di Arash fu fondata dal sovrano sasanide Khosrof I. Il viaggiatore inglese A. Jenkinson, nei suoi scritti, cita la città di Arash insieme a importanti città del regno dei Safavidi, quali Tabriz, Ardebil, Shamakhi e Ganja, che all’epoca erano importanti centri commerciali. Il viaggiatore turco e geografo Evliya Celebi (1611-1679) nel suo libro “Seyakhatname”, noto con il titolo “Libro di viaggi”, ricorda il suo soggiorno ad Arash. A nord del villaggio di Khnabad, sul fiume Alijanchay, ci sono ancora i resti dell’antico ponte costruito in mattoni rossi. Nel medioevo il ponte serviva per il passaggio delle carovane sulle rotte commerciali Derbent-Shamakhi-Arash-Sheki e Sheki- Yevlakh-Ganja. Il territorio intorno al villaggio di Khaldan ancora oggi è noto con il nome di Arash, e il villaggio vicino ha lo stesso toponimo. Nei documenti storici del XII secolo Yevlakh veniva metaforicamente denominata “la porta del Karabakh”. Proprio attraverso questa porta passavano le strade che conducevano ai famosi pascoli estivi (prati alpestri) dell’Azerbaigian, a Kalbajar, Lachin fino a Batabat. Economicamente l’industria occupa un posto importante. In quest’area sono concentrati il cotonificio, gli stabilimenti per la produzione di materiali da costruzione, l’industria del mobile e del tabacco. Tra gli antichi mestieri ricordiamo la tessitura dei tappeti e la lavorazione shebeke.

Mingachevir

La città di Mingachevir si trova a 55 m s.l.m., in una zona semidesertica mite e calda. Proprio qui il fiume Kur, sulla cui riva è situata la città, esce nella bassa pianura del Kur-Araz dalla stretta gola formata dal fiume stesso nella montagna. Oggi la valle del fiume è sbarrata dalla diga della centrale idroelettrica. Al posto della gola troviamo il grande bacino idrico di Mingachevir, le cui acque irrigano considerevoli superfici di terre aride e fertili, mentre al posto dell’ex troncone stradale ci sono comode strade in varie direzioni. Il territorio è caratterizzato da estati calde e aride ed inverni miti. L’antica storia di Mingachevir risale al III millenio a.C. Gli antichi abitanti di Mingahcevir si insediarono tra i monti Gazanly e Garadag, sulla riva destra e sinistra della Kur, come confermato dai reperti trovati durante gli scavi archeologici. Gli scavi hanno dimostrato che nel territorio di Sudagilan c’era un grosso insediamento. Sono stati portati alla luce i resti di antiche strutture di culto. E’ interessante il grande capitello di pietra con la raffigurazione simbolica di due pavoni rivolti verso l’albero della vita. Il capitello è di pietra tenera, color giallognolo. Nella parte superiore riporta un’iscrizione dell’Albània. Le monete greche, romane, sasanidi trovate qui permettono di far risalire l’edificazione della struttura al V-VI sec. Rari reperti sono conservati all’Ermitage di San Pietroburgo e al Museo di Storia dell’Azerbaigian a Baku. Nel XVII secolo il celebre viaggiatore turco Elviya Celebi scrisse che sulla riva destra del fiume Kur, vicino al monte Bozdag, c’erano alcune moschee, botteghe artigianali e tessili, setifici, un ponte sulla Kur e una strada che era la più sicura durante le piene del fiume e collegava non solo la parte occidentale e orientale dell’Azerbaigian, ma metteva anche in comunicazione il Paese con quelli limitrofi poiché forniva grandi opportunità commerciali. Anche altri documenti contengono numerose notizie sullo sviluppo, in quest’area, della sericoltura, della tessitura e sull’esistenza di terme e caravanserragli in epoca remota. Il nome di Mingachevir viene fatto risalire a quello del condottiero di origine turca Mingichovr. Secondo lo storico arabo Tabari, nel IX secolo, durante il califfato arabo, il condottiero Mingichovr, reggente dell’Azerbaigian e con residenza nel territorio dell’attuale Mingachevir, ben presto lasciò il califfato. Ma dopo aver subito una sconfitta fu fatto prigioniero e richiuso nella fortezza. In seguito, il villaggio venne chiamato Mingachevir in onore del condottiero. Secondo un’altra teoria il nome della città significa “torna indietro, la strada non continua”. La recente città industriale di Mingachevir venne fondata negli anni ’40-’50 del XX secolo. La crescita e lo sviluppo della città iniziarono dopo la fine della costruzione della centrale idroelettrica di Mingachevir nel 1953. La città si sviluppò grazie all’energia elettrica, alla metalmeccanica, all’industria petrolchimica, leggera e alimentare. Mingachevir conta 52 industrie. Situata in un bell’ambiente, sulla riva del fiume Kur, la città attira l’attenzione di molti turisti locali e stranieri. Il lago artificiale con una piccola spiaggia si trova vicino alla città. Il Centro olimpico di canottaggio è situato sulla riva della Kur.

Samukh

Il distretto di Samukh confina con la città di Ganja e a nord con la Georgia. Il territorio si estende lungo le rive della Kur, ai piedi dei monti Gazanny, tra le valli del Ganly Gobu e del Gabirry. Il clima va da mite continentale a semidesertico e secco steppico. La temperatura media in inverno oscilla tra -2°C e +9°C, d’estate tra +25°C e +33°C. Ad alcune decine di chilometri da Samukh scorrono i fiumi Ganjachay, Garikh, Gabirry, posti bellissimi per la pesca e la caccia. Nel villaggio di Serkar le acque della sorgente Zekhre vengono impiegate nella cura delle malattie intestinali e gastriche. Nel villaggio di Nabiagaly è stata trovata la sorgente di acque solforose di Khirman-sui. Sulla riva sinistra del fiume Gabirry, a 400-600 m s.l.m., sull’altipiano di Elleroglu, su una superficie di 392 ettari, troviamo la Riserva “Pino di Eldar”, un diramazione della Riserva nazionale Goy-Gol. Questo bosco fu dichiarato riserva nazionale già nel 1920 allo scopo di proteggere e studiare l’unico bosco naturale esistente al mondo di pino di Eldar, resistente alla siccità e alla salsedine. Oltre al pino di Eldar, inserito nella Lista Rossa, in questo territorio crescono anche altri alberi pregiati, quali l’albero del caucciù. Nel bosco ci si può imbattere non solo nella gazzella gozzuta e nel francolino, ma anche nel gatto della steppa, nel cinghiale, nella coturnice e nel fagiano. Nell’antichità il territorio faceva parte dell’Albània Caucasica. La parola “samukh” in lingua dell’Albània significa “posto boscoso per la caccia”. Nel XVIII secolo era una delle quattro regioni del khanato di Ganja. Samukh è famosa per i tumuli, tra i quali sono particolarmente caratteristici quelli di Nabiagaly, con un diametro di 10-20 metri. Ci sono monumenti naturali secolari unici: i platani (localmente denominati chinar-agaji), uno dei quali ha 1200-1300 anni. L’albero presenta delle impronte simili a quelle dei ferri di cavallo. L’albero è comunemente noto col nome di Duldul-chinar, dal nome del cavallo di Imam Ali. Questo luogo è stato trasformato in santuario, dove gli abitanti locali portano i loro doni. Il distretto di Samukh, fino al 18 febbraio del 1992, faceva parte del distretto di Goygol. L’economia si basa sull’allevamento e sulla viticoltura. In determinati villaggi i tessitori di tappeti, i fabbri, i vasai, gli incisori di legno e pietra portano avanti le antiche tradizioni con particolare attenzione.

Tovuz

Il distretto di Tovuz è situato nel nord-ovest dell’Azerbaigian. Per le sue peculiarità il rilievo viene diviso in quattro zone: alta montagna, media montagna, bassa montagna e pedemontana. La zona meridionale del territorio è caratterizzata dalla media e dall’alta montagna, la zona centrale dalla bassa montagna e dal territorio pedemontano, mentre la zona orientale è contraddistinta dal territorio pedemontano e dalla pianura. La temperatura media annuale è pari a 8-13°C, in gennaio la temperatura oscilla tra -1°C e -4°C.; in luglio tra +18°C e +25°C. L’umidità media annua relativa è pari al 71%. Le precipitazioni annue raggiungono i 400-700 mm. Il fiume Kur divide il distretto in due parti. Oltre alla Kur il territorio è attraversato dai fiumi Tovuz, Zayam, Asrik, Akhinja. Il clima locale è secco di tipo subtropicale. In montagna la natura è bellissima, caratterizzata da innumerevoli sorgenti. La superficie boschiva è pari a 32.000 ettari. La maggior parte dei boschi, a 40-50 km dalla città, si trova sui monti. Nei boschi crescono molti alberi selvatici da frutta, varie bacche e piante officinali. La fauna è particolarmente ricca: troviamo il lupo, la volpe, la lepre, il francolino, la pernice, ecc. Ci sono buone opportunità di pesca e caccia agli uccelli acquatici. Storicamente il territorio di Tovuz, essendo uno dei più antichi insediamenti umani, venne abitato da tribù e popoli primitivi, come testimoniato dalla presenza di monumenti antichi. Tra questi ricordiamo gli insediamenti della tarda età del bronzo nei villaggi di Bayramli e Toretepe (eneolitico) a est del villaggio di Donuk Girigli; l’insediamento di Mantajtepe (eneolitico) a nord-est di Donuk Girigli; l’insediamento di Torpaggala (epoca primitiva e Medioevo) sulla riva destra della Kur, vicino al villaggio di Mulkulu; centro abitato di Torpagala (III-IV sec.); antichi cimiteri, mausolei, resti di un caravanserraglio. Secondo fonti scritte turche il nome della città deriva da quello delle tribù di lingua turca “Oghuz” e “Toghuz”. Tovuz è famosa non solo per i suoi cantori ashig; qui da sempre si rispettano e si consolidano le tradizioni culturali. Tovuz è un distretto agrario. Gli abitanti sono dediti all’allevamento e all’agricoltura.

Goygol

Il distretto di Goygol si estende ai piedi della catena montuosa del Caucaso Minore. Il distretto è situato a 15 km a sud della stazione ferroviaria di Ganja. Intorno alla città ci sono i boschi, i giardini, i monti e sette bei laghi. La cima più alta è la vetta di Gamishdag (3724 m) sul monte Murovdag. Il clima è temperato caldo. Il territorio è attraversato dai fiumi Kurak, Gushgara e Ganjachay. Qui nidificano molti uccelli. E’ un luogo ideale per gli appassionati di caccia e di pesca. In estate giungono in questi luoghi gli amanti della natura che prendono in affitto gli appartamenti dagli abitanti locali e compiono interessanti escursioni e gite. Grazie a ciò i villaggi di Mihaylovka, Eni Zod e Togana si sono trasformati in una sorta di area turistica. La Riserva Nazionale di Goygol si trova a 40 km dalla città di Goygol. Lontano dai rumori della città, la natura affascina per la bellezza dei boschi, l’azzurro dei laghi, il canto degli uccelli, il profumo della vegetazione e dei fiori. Goygol è una delle città azerbaigiane dalla storia più sorprendente. Per molti secoli ha svolto un ruolo originalissimo come centro principale degli insediamenti tedeschi nel Caucaso. Capoluogo, la città di Goygol, ex Elenendorf, fu fondata sul posto dell’antico villaggio di Khanliglar dai coloni tedeschi insediatisi qui nel XIX secolo. Nel 1818 i primi coloni tedeschi, circa 118 famiglie, dalla regione di Württemberg giunsero nel nord dell’Azerbaigian. Elenendorf fu la prima colonia tedesca in questo territorio, così chiamata in onore della principessa Elena Pavlovna. Fin dall’inizio i coloni instaurarono buoni rapporti con la popolazione azerbaigiana. Durante la loro permanenza in Azerbaigian i tedeschi costruirono importanti monumenti, edifici residenziali unici, dotati di profondi sotterranei, veri e propri “frigoriferi “ naturali; realizzarono anche impianti per la produzione di vino e di altri prodotti. E’ significativo che nel 1843 tre tedeschi, dopo aver visitato la Palestina, dissero che lì non c’erano condizioni favorevoli per viverci. Questo fatto convinse ancor di più i tedeschi a rimanere in Azerbaigian. Il bisnonno di Froer disse che “noi vogliamo vivere in questi luoghi, affinché nei fiumi scorra latte e miele”. Nel 1912 i tedeschi costruirono addirittura una piccola centrale idroelettrica. 50 anni dopo la fondazione di Elenendorf la cittadina che contava poco più di 20 mila abitanti iniziò a svolgere un ruolo significativo nell’economia della Russia imperiale, non solo grazie all’industria vinicola, ma anche a seguito dell’imprenditorialità della comunità tedesca locale, che avviò un’attività commerciale molto redditizia, ovvero la costruzione di vetture e carrozze di pronto soccorso per l’esercito russo. Con Stalin i tedeschi furono inviati in Asia centrale, ma la città conserva ancora oggi le tracce della loro presenza: strade regolari, edifici in legno e chiese luterane.

Shamkir

Il distretto di Shamkir si contraddistingue per la sua posizione geografica ed economica favorevole. Qui l’aria è pulita e la terra fertile. La catena montuosa del Caucaso Minore e del Gran Caucaso, dove troviamo Agdaglar, Yasamaldagi, i boschi Garamoglu e Yastameshe, querceti e boschi ripariali, campi di grano e vigneti, si estende su una vastissima area. Il territorio è attraversato dai fiumi Kur, Shamkirchay e Zayamchay, ed è caratterizzato dai bacini idrici Shamkir ed Enikend. 245 platani orientali sono considerati monumenti naturali. Su 20 ettari, nel villaggio di Chinarli, c’è un ambiente naturale meraviglioso con alberi rari di America, Africa e Asia meridionale. Furono i coloni tedeschi a gettare le basi di questo parco. Il sottosuolo è ricco non solo di sorgenti minerali. A Jeyranchel ci sono abbondanti riserve petrolifere; vicino al villaggio di Chanlibel ci sono depositi di rame; a Zayame è stato trovato un giacimento di pietra calcarea. Da Ganja a Shamkir c’è un’ora di strada. La città di Shamkir deve il proprio nome all’antica fortezza omonima, i cui resti si trovano 20 km a est dalla città, vicino al villaggio di Mukhtariyat. Shamkir venne fondata nel V-VI sec. Nel Medioevo divenne famosa con il nome di Shamkur e si trovava sulla riva del fiume Grande Shamkir che attraversava il Caucaso Minore. Shamkir occupava un territorio di 20 ettari. C’era il castello feudale con otto torri. La ricchezza della città aveva da sempre attirato l’attenzione di mercanti e conquistatori stranieri. Dopo l’ennesima distruzione, i pochi superstiti abbandonarono Shamkur e si stabilirono a 9-10 km dal precedente centro abitato. Durante lo smembramento dell’Azerbaigian in khanati, Shamkir entrò a far parte del khanato di Ganja. All’inizio del XIX secolo la Russia zarista fondò a Shamkir la colonia tedesca di Annenfeld. La città conserva ancora elementi dell’insediamento tedesco esistente prima della rivoluzione: strade dritte e chiesa. L’economia si basa sull’agricoltura. Sono inoltre sviluppati l’industria edile e il commercio.

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