Azerbaigian: Ilham Aliyev vince le presidenziali con l’86 per cento dei voti e punta a rafforzare ancora il paese
Baku, 12 apr 11:45 - (Agenzia Nova) - Le elezioni presidenziali azerbaigiane si sono concluse come previsto con una netta affermazione del capo dello Stato uscente, Ilham Aliyev, che stando ai risultati preliminari ha ottenuto l’86 per cento dei consensi. Come annunciato dal presidente della Commissione elettorale centrale (Cec) Mazahir Panahov ieri sera al termine di una lunghissima giornata, i risultati definitivi saranno probabilmente presentati oggi a causa dei ritardi nelle consegne delle schede elettorali da parte di alcuni seggi. Il dato infatti, si basa su 5.201 seggi su un totale di 5.641 e 3.723.278 schede elettorali scrutinate, ma visto il netto vantaggio di Aliyev sui sette rivali che gli contendevano il ruolo di presidente è difficile che vi siano particolari cambiamenti rispetto al risultato annunciato ieri sera. Il dato certo, invece, è quello relativo all’affluenza che all’ultima rilevazione delle 19 (le 17 in Italia) si è attestato al 74,5 per cento, un risultato confortante e che sembra confermare la volontà di partecipazione attiva dei cittadini al processo istituzionale nazionale.
I dati sugli altri sette contendenti all’incarico di presidenti indicano al momento Zahid Oruc, parlamentare dal 2001 ed ex vicepresidente del Partito della madrepatria al 3,11 per cento; Gudrat Hasanguliyev, presidente del Partito popolare dell'Azerbaigian al secondo posto con il 3,04 per cento; Sardar Jalaloglu, presidente del Partito democratico dell'Azerbaigian già candidato alle elezioni del 2013 al 3,02 per cento; Hafiz Hajiyev, presidente del partito Modernità e uguaglianza e storico rivale dell’attuale capo dello Stato con cui ha concorso per la guida del paese nel 2003, 2008 e 2013 all’1,51 per cento; il presidente del Partito socialdemocratico azero Araz Alizada all’1,39 per cento; Faraj Guliyev, leader del Partito per il movimento di rinascita nazionale all’1,18 per cento; e l’analista politico Razi Nurullayev allo 0,75 per cento.
Secondo quanto dichiarato dal presidente della Cec Panahov, il voto si è svolto in un'atmosfera molto serena e in linea con gli standard internazionali, consentendo agli elettori azerbaigiani di esprimere il loro consenso in linea con i diritti costituzionali. Panahov ha aggiunto inoltre che durante le procedure elettorali non sono stati registrati disordini e casi di violenza. Per garantire la sicurezza sono state installate delle telecamere in mille seggi elettorali sparsi in 119 distretti, uno strumento che ha consentito alla Cec di monitorare il processo direttamente dalla sua sede centrale a Baku. Alle elezioni erano presenti 894 osservatori internazionali (in rappresentanza di 61 organizzazioni e 59 paesi) e 58.575 osservatori locali.
Diversi addetti al monitoraggio, per lo più parlamentari provenienti da vari paesi, hanno confermato ad “Agenzia Nova” la bontà del processo elettorale. Giorgi Mokhidze, capo della delegazione georgiana all’assemblea parlamentare del Guam (organizzazione che comprende Georgia, Ucraina, Azerbaigian e Moldova), ha dichiarato che le presidenziali azerbaigiane si sono svolte “in linea con i criteri e gli standard internazionali di un’elezione democratica, oltre che nel rispetto della legislazione nazionale”. Peter Marcek, parlamentare di Bratislava e presidente del gruppo di amicizia Azerbaigian-Slovacchia, ha detto che “le elezioni si sono svolte in maniera assolutamente democratica” e ha lanciato un appello all’opposizione invitandola a “seguire il volere del popolo azero, ovvero della maggioranza”.
Chiamato a intervenire dopo l’annuncio dei risultati preliminari, il presidente Aliyev ha ringraziato la popolazione che ancora una volta gli ha concesso la fiducia annunciando che nei suoi prossimi sette anni di mandato “l’Azerbaigian diventerà più forte”. Secondo Aliyev, l’unità fra il volere delle istituzioni e quello delle persone è al centro del progetto di sviluppo in corso nel paese caucasico. “In questa elezione il popolo dell'Azerbaigian ha votato per la stabilità, la sicurezza, lo sviluppo, la prosperità e ha apprezzato molto ciò che è stato fatto negli ultimi 15 anni. Abbiamo raggiunto questo successo insieme a voi”, ha detto il capo dello Stato, secondo cui “l'influenza internazionale dell'Azerbaigian sta crescendo” e oggi il paese “gode di grande rispetto e sostegno a livello internazionale. Siamo un partner affidabile, un paese da non sottovalutare, e siamo riusciti a rafforzare considerevolmente la nostra posizione internazionale", ha affermato Aliyev.
Nel suo messaggio rivolto alla popolazione il capo dello Stato ha parlato anche del conflitto del Nagorno-Karabakh, la regione riconosciuta a livello internazionale come parte del territorio azerbaigiano ma occupata da truppe armene, tema sempre centrale nella politica del paese. "La nostra posizione di principio viene rafforzata. Questo conflitto deve essere risolto nel quadro dell'integrità territoriale del nostro paese, non c'è altro modo. Negli ultimi anni un certo numero di influenti organizzazioni internazionali hanno adottato diverse decisioni e risoluzioni a sostegno della nostra posizione e della nostra giustizia”, ha detto Aliyev, secondo cui nel corso del tempo sono state ottenute quindi grandi vittorie diplomatiche ma, allo stesso tempo, anche militari. Il riferimento è alla cosiddetta “Guerra dei quattro giorni nel Nagorno Karabakh” avvenuta fra il 2 e il 5 aprile del 2016 che ha portato alla liberazione di parte delle regioni di Aghdara, Fuzuli e Jabrayil.
Aldilà di quella che potrebbe apparire come semplice propaganda politica ci sono i fatti. In una fase di dura crisi finanziaria globale, infatti, l’economia dell’Azerbaigian ha contenuto i danni ed è cresciuta in vari settori, compreso quello non petrolifero, con evidenti benefici per la popolazione. Negli ultimi 15 anni il prodotto interno lordo dell’Azerbaigian è cresciuto di 3,2 volte; le riserve valutarie strategiche di 23 volte; l’export di oltre sei volte; nel 2017 i ricavi di bilancio sono cresciuti del 13,5 per cento e il fatturato del commercio estero del 4,6 per cento. Nell’economia azera in questa fase di governo sono stati investiti 230 miliardi di dollari, un fattore che ha garantito stabilità, aumento dei salari e dell’occupazione.