- la Regione di Sheki - Zagatala

La regione di Sheki-Zagatala è situata nella parte nord-occidentale dell’Azerbaigian e confina con la Georgia e il Dagestan. E’ una regione montuosa, una delle più belle del paese. I monti boscosi, i manti erbosi dei prati alpestri e subalpestri, le fonti di acque minerali calde, le cascate, i profondi specchi dei laghi montani, le acque cristalline delle sorgenti colpiscono qualsiasi immaginazione. Personalità illustri e viaggiatori che hanno visitato questi luoghi ne hanno sottolineato in modo particolare la straordinaria bellezza. Il meraviglioso paesaggio caratterizzato dai massicci montuosi della regione di Sheki-Zagatala desta interesse non solo per le bellezze naturali, ma anche per i monumenti sparsi un po’ ovunque, che raccontano la storia plurisecolare di queste terre e testimoniano in maniera convincente la necessità e l’aspirazione del popolo a creare e conservare valori eterni, tramandati di generazione in generazione. I monumenti architettonici antichi sono particolarmente interessanti: fortezze e torri, moschee e templi, mausolei e caravanserragli La regione di Sheki–Zagatala è rinomata per la colorita cucina tradizionale, i dolci, l’abbondanza di noci, castagne, nocciole, lamponi, ribes, e per le innumerevoli piante officinali.


Gabala

Il distretto di Gabala in alcuni punti al nord, in particolare presso il lago Nokhur, confina con il contrafforte del monte Shahdag. I boschi ricoprono più del 23% del territorio. La flora a nord è caratterizzata da prati alpestri, subalpestri e da boschi montani di quercia, carpine, faggio, e altri; al centro troviamo arbusti e alberi rari, a sud bosco sfoltito e vegetazione semidesertica. Vicino a Gabala ci sono molti boschi di noce e castagno, innumerevoli fonti d’acqua pulita, e sorgenti di acque minerali, compresa la sorgente di acque calde di Istisu. Una chiara attrazione del territorio è costituita dal bosco di castagni situato sul pendio della montagna, a 1000 m d’altitudine. In primavera questo bosco offre uno spettacolo straordinario. L’età media di ciascun albero supera i 500 anni. Alcuni di essi sono stati inseriti nella lista degli alberi protetti dallo Stato. Il territorio è attraversato dai fiumi Turyanchay e Damiraparan. In primavera e in autunno si ha la piena dei fiumi. I laghi Nokhur e Maral sono pittoreschi angoli della natura. A 20 km dal capoluogo, oltre il villaggio di Durucha, ai piedi del Caucaso, troviamo la cascata di Misih. Quando il cielo è limpido, dalla città è possibile vedere la vetta più alta dell’Azerbaigian, il monte Bazarduzu. La parte settentrionale di Gabala fa parte del Parco nazionale di Shahdag. Nella bassa pianura in inverno il clima è secco, moderatamente caldo, nelle zone di montagna è freddo e umido. La temperatura media in gennaio oscilla tra 0°C e -14°C, mentre di luglio va da +24°C a +2°C. Le precipitazioni annue raggiungono 500-600 mm. L’attuale territorio di Gabala è situato a 20 km a nord-est dell’antica città di Gabala. L’antica Gabala era anch’essa un importante centro culturale, economico, politico e commerciale, alla stregua delle antiche e famose città di Troia, Pompei, Babilonia e Cartagine. Dal IV sec. a.C. al V secolo d.C., per 900 anni, Gabala è la capitale dell’Albània Caucasica. I resti delle cinta murarie dell’antica Gabala, le rovine della città antica, i numerosi monumenti giunti fino a noi testimoniano il lontano passato di Gabala. Nel 60 a.C. l’esercito romano assale l’Albània ma la città resiste. Durante il regno dei Sasanidi, Gabala diviene un importante centro culturale e artigianale, conservando questo status anche durante il califfato arabo. Con l’invasione mongola nel XIII secolo, Gabala viene distrutta ma dopo poco tempo si risolleva. Alla metà del XVIII secolo, Gabala perde l’influenza e l’importanza che l’avevano caratterizzata in passato e gli abitanti cominciano ad abbandonare la città. Nel XVIII secolo, nel territorio di Gabala si forma un piccolo stato feudale: il sultanato di Gutkashen. Ben presto Gutkashen entra a far parte del khanato di Sheki. Durante gli scavi archeologici a Gabala sono stati ritrovati i resti di focolari e forni appartenenti a vari epoche storiche, pozzi, vasellame d’argilla, ornamenti d’argento e oro, vetro, materiali da costruzione. Non lontano dal villaggio di Nij, sul monte Yaloylu, nel III-I sec. a.C. c’era un insediamento. Sono stati ritrovati coltelli di ferro, pugnali, spade, anelli di bronzo, orecchini d’oro, macine di pietra, e altri oggetti. La civiltà archeologica di questo periodo, diffusa nelle aree montane e steppiche del nord dell’Azerbaigian, è denominata civiltà di Yaloilu. Nel territorio di Gabala si coltivano tabacco, frumento e orzo, e si alleva il baco da seta. Gli artigiani dell’intaglio su legno e su pietra, i maestri della ceramica, i tessitori di tappeti restano fedeli alle tradizioni del passato. A Vandam è in funzione una fabbrica di tappeti. Nel I secolo d.C., l’apostolo Eliseo inizia a diffondere il cristianesimo nell’Albània Caucasica. Dopo molti secoli, nel maggio del 2006, si celebra un evento di grande importanza, e chi vi prende parte diventa testimone della rinascita della chiesa cristiana autocefala dell’Albània, la prima chiesa cristiana nel Caucaso. Nel villaggio di Nij, alla presenza di numerosissimi ospiti, è stata consacrata la chiesa restaurata dell’Albània “Chotari”, dove è stata poi celebrata la Messa. Oggi in questo villaggio vivono gli Udi, discendenti dell’antica tribù degli Utis dell’Albània Caucasica. Nella chiesa si è tenuta la messa in lingua udi. E’ stato un avvenimento importantissimo nella vita degli Udi, sparsi in tutto il mondo per volontà del destino. La riconsacrata chiesa d’Albània nel villaggio di Nij è diventata il luogo d’unione di tutti gli Udi, di tutti i parrocchiani della chiesa cristiana d’Albània nel Caucaso. Non appena gli Udi che vivono in Azerbaigian, Georgia e Dagestan hanno saputo dell’intenzione di restaurare la chiesa a Nidj, a cui loro tutti appartenevano, hanno iniziato una colletta. Il denaro raccolto si rivela però insufficiente ed è possibile restaurare la chiesa solo grazie all’aiuto filantropico di una società norvegese.

Oghuz

Il distretto è situato sui pendii meridionali del Gran Caucaso e confina a nord con la Federazione Russa. Le vette più elevate sono il monte Malkamud (3879 m) e il monte Tiklardash (3506 m). La natura in questi luoghi è molto bella: fiumi montani e vallate, sorgenti gorgoglianti e cascate, fonti solforose curative e rocce scoscese. Il territorio è attraversato dai fiumi Galachay, Oghuzchay, Alinjachay, Khalkhalchay e Dashagilchay. Il 40% del territorio è ricoperto di boschi. Qui crescono il noce, il nocciolo, il melo, il pero, il ciliegio, il corniolo, il biancospino, il crespino, il rovo, il ribes, il lampone. Il territorio è abitato dal cinghiale, lo stambecco, l’orso, la lepre ecc.; tra gli uccelli ricordiamo il fagiano, la pernice, il francolino e l’oca. Il clima è di tipo subtropicale e subalpino. La temperatura media in luglio è di +23,6°C. Ci sono posti adatti per la caccia e la pesca a 15-20 km dal capoluogo. Il distretto di Oghuz viene istituito l’8 agosto 1930 con il nome di Vartashen. Nel febbraio del 1991 cambia nome diventando Oghuz. In quest’area gli insediamenti umani esistono fin dal neolitico e dall’eneolitico. In seguito agli scavi archeologici negli antichi insediamenti presso i villaggi di Karimli e Garabaldir vengono rinvenuti coltelli di bronzo, pugnali, punte di frecce, statue di pietra, ornamenti e oggetti di ceramica risalenti alla prima età del bronzo. A nord dei villaggi di Filfili e Bash Dashagil si sono conservate tombe dalla forma allungata appartenenti alle antiche tribù degli Oghuz, di cui si parla nel poema epico “Il libro di Dede Gorgud”. Le necropoli primitive dei villaggi di Karimli, Garabaldir, Jalud e della città di Oghuz, la fortezza (VII sec.) di Govur a Khachmaz, la torre Mukhas (IX sec.), i templi sul territorio della città di Oghuz e del villaggio di Jalud risalgono agli inizi del Medioevo. Forniscono preziose informazioni sul passato storico della regione. Toponimi quali Oghuz, Maza, Vangai, Padar, Sazur, Shekhra e altri, conformi all’Avesta, confermano che il territorio fa parte della patria di Zarathustra. Il territorio di Oghuz, in vari periodi storici, ha fatto parte di Gabala, del khanato di Sheki e dell’unità amministrativa di Nukha. Alla metà del XVIII secolo il khanato di Sheki viene diviso in 8 parti, due delle quali sono Padar e Khachmaz, le quali formano l’attuale Oghuz. Nel distretto di Oghuz troviamo uno dei focolai più antichi per quanto riguarda la formazione dell’Azerbaigian. Si tratta delle scuole nate nel 1883 e nel 1887 nei villaggi di Padar, Khachmaz e nella città di Oghuz. Economicamente il territorio si basa sull’agricoltura. E’ altresì sviluppato l’allevamento, in particolare quello degli ovini. Tra gli antichi mestieri ricordiamo la tessitura dei tappeti, l’incisione del metallo e del legno, l’arte orafa.

Sheki

Il distretto di Sheki è uno dei territori più interessanti, particolari e belli dell’Azerbaigian. Il capoluogo, la città di Sheki, una delle più antiche del Paese, è situato sul pittoresco versante meridionale del Gran Caucaso, sullo sfondo di vette innevate. La città è attraversata dai fiumi Gurchanachay e Dayrmanarkhichay. L’antica Sheki si trovava più a sud dell’attuale città, nella valle del fiume Kishchay. Fu distrutta nel 772 da una fiumana di fango. Nel corso di tutta la sua storia plurisecolare Sheki (Nukha fino al 1968) è stata distrutta molte volte; per questo motivo la maggior parte dei monumenti architettonici giunti fino a noi risalgono ai secoli XVI-XIX. L’attuale Sheki si trova in un luogo più pittoresco. A nord è caratterizzata dall’altopiano di Khan; i monti che circondano la città sono contraddistinti da ricca flora e fauna. Nei boschi è possibile incontrare alberi da frutto selvatici e piante officinali. Sui monti vivono l’orso, il lupo, il cinghiale, lo stambecco, la volpe, ecc. La temperatura media è pari a +13,4°C. Sheki è una città antica. Secondo una teoria il suo nome esiste già nel VII secolo a.C. e deriva dalla tribù dei Saki che si erano insediati qui. Sheki era la città degli artigiani, della sericoltura e del commercio; era attraversata dalla Via della Seta e tramite le carovaniere collegava i centri commerciali dei Paesi del Vicino ed Estremo Oriente con l’Occidente. Nei famosi bazar di Sheki si commerciavano grano, seta, ceramiche, utensili cesellati, ornamenti di oreficeria. Ma la città era conosciuta soprattutto per la seta. I mercanti d’Europa, Asia e Vicino Oriente portavano nelle varie parti del mondo la seta leggera, trasparente, come un velo, cucita con il filo d’oro. I tappeti di Sheki, di straordinaria bellezza, erano altrettanto rinomati. A Sheki ancora oggi vengono praticati numerosi mestieri antichi. Sheki rimane uno dei centri principali per la produzione della seta nel Caucaso. La seta prodotta a Sheki è considerata la migliore della Transcaucasia. Gli artigiani di Sheki creano bauli dipinti, ricamano la seta e il velluto, tessono i kalagai (fazzoletti da donna) decorandoli con motivi nazionali e utilizzando antiche ricette per i colori. Tra gli oggetti realizzati a mano è particolarmente interessante un tipo di tessitura fatta utilizzando la seta (takalduz). Nell’ambito della festa annuale della seta a Karavansaray viene riprodotto lo schema dell’antico bazar di Sheki, dove vengono esposti i tessuti di seta, i fazzoletti realizzati dagli artigiani locali, e le famose porte di Sheki. In occasione della festa, nel Palazzo dei Khan di Sheki (XVIII sec.) viene allestito un ricco programma con la partecipazione dei maestri dell’arte. In città si sono conservati i nomi delle vie che indicano questo o quell’antico mestiere: Duluzchulvar (produzione di ceramiche), Zargarlar (arte orafa), Halvachilar (produzione di halva). Nelle antiche botteghe di Sheki è possibile acquistare ornamenti di oreficeria, oggetti di metallo, legno, souvenir di vario tipo. La cucina di Sheki è originale e ricca. Il gusto per il dolce, a quanto pare, determina la particolare bonarietà e il temperamento allegro della gente. Chi si reca a Sheki non riesce a resistere di fronte alla tentazione di gustarne i famosi dolciumi: girmabadam, zilviya, pakhlava a base di farina di riso e noci, nabat (zucchero cristallizzato), peshveng (sfoglia di farina dolce che si scioglie in bocca). Questi dolciumi e naturalmente il rinomato halva di Sheki diffondono il loro profumo per tutta la città. Inoltre, Sheki è il principale produttore di grano in tutta la Transcaucasia. Parlando di Sheki non è possibile non menzionare un’altra peculiarità della città: l’umorismo. Ogni anno il 1 aprile si festeggia la “Giornata delle risate”. Se nelle tiepide serate si attraversano senza fretta le vie di Sheki e si ascolta il chiacchiericcio particolare dei suoi abitanti, non è possibile non percepire l’atmosfera di allegra benevolenza che regna in città. Gli enormi platani con i loro possenti rami proteggono il Palazzo dei Khan, una delle opere più belle degli architetti azerbaigiani. Fu costruito nel XVIII secolo senza usare nemmeno un chiodo. Durante la sua costruzione sono state utilizzate speciali fasce antisismiche grazie alle quali il Palazzo è rimasto intatto nonostante i frequenti terremoti. Inoltre si sono conservate le singolari e colorate vetrate shebeke. Un metro quadrato contiene da tre a sette mila dettagli; sono state costruite senza colla e senza chiodi, utilizzando una soluzione la cui composizione è tuttora sconosciuta. Una vetrata veniva fatta in 5-6 mesi. Le vetrate si possono alzare, e la sala in pochi minuti si trasforma in una veranda. Un finissimo disegno decora le pareti e il soffitto delle stanze, così che si ha la sensazione di trovarsi all’interno di un enorme scrigno di marocchino. Sul versante della montagna, nel piccolo villaggio di Kish (distretto di Sheki) fu costruita la prima chiesa cristiana dell’Albània Caucasica: la chiesa di Sant’Eliseo. E’ la madre di tutte le chiese dell’Albània. Fonti dirette ci forniscono notizie su questa chiesa. Già lo storico Moisei Kalakantuisky, che scrisse la storia dell’Albània Caucasica, nei suoi lavori menziona questa chiesa, edificata nei secoli I e II. Ancora oggi i fedeli si recano qui a pregare il Signore; dopo aver espresso un desiderio, appoggiano una moneta alla parete dell’altare della chiesa. Secondo una credenza popolare diffusasi fin dai tempi antichi, la moneta della persona che ha buone intenzioni e pensieri puri si attacca alla parete quasi magneticamente. Inoltre, durante gli scavi gli archeologi hanno ritrovato una pietra dalle proprietà magiche in grado di guarire la sterilità nelle donne. Secondo un’altra credenza popolare, i bambini che non sapevano camminare venivano messi sulla pietra e dovevano fare tre giri intorno alla stessa. Il bambino ammalato iniziava a camminare. Le leggende legate a questa chiesa sono numerose. La chiesa è stata restaurata grazie all’aiuto fornito da un’organizzazione umanitaria norvegese.

Gakh

Il distretto di Gakh si trova nella parte nord-occidentale dell’Azerbaigian e confina con la Georgia. I fiumi Ganikhchay (Alazanchay), Kumruk, Gashgachay e Ayrichay scorrono lungo il confine. L’alveo sinistro del Kumruk è il più bel posto del Gran Caucaso. I monti sono abbelliti da laghi e cascate. Il clima a sud della regione è secco, di tipo subtropicale; al centro è caldo, temperato, umido e subtropicale; in alta montagna è freddo. Il territorio è caratterizzato dalla presenza della Riserva storico-culturale di Ilisu. Nei boschi montani vivono orsi, stambecchi, lupi, gatti selvatici, cinghiali e sciacalli. Nella valle dei fiumi Ganikhchay e Ayrichay ci sono luoghi meravigliosi per gli appassionati di caccia e pesca. Nella tenuta di caccia Urd (2 mila ettari) i turisti possono cacciare animali e uccelli. Il distretto di Gakh è uno dei più antichi dell’Azerbaigian. La sua storia è molto interessante: fu luogo di dimora e civiltà di antiche tribù azerbaigiane. Da sempre i suoi abitanti si sono occupati di agricoltura, allevamento e artigianato. In seguito agli scavi archeologici effettuati in questo territorio, sono stati ritrovati insediamenti e tumuli dell’eneolitico, dell’età del bronzo e della prima età del ferro. Le fonti storiche dimostrano che già nel VII sec. a.C., il territorio di Gakh faceva parte del regno degli Sciti. Nel territorio di Gakh ci sono testimonianze materiali e culturali relative alle tribù degli Sciti. All’inizio della nostra era, nell’Albània Caucasica, comincia a diffondersi il cristianesimo. In quel periodo, nel territorio di Gakh, vengono edificate numerose chiese. Dopo la conquista dell’Albània Caucasica da parte degli Arabi, a partire dall’XI secolo, in quest’area, e anche a Gakh, si insediano i turchi Seljuk; più tardi arrivano i turchi Kypchak. All’epoca il distretto di Gakh faceva parte del regno degli Ildegizidi; successivamente entrerà a far parte del regno degli Shirvanshah. La piccola città di Gakh è situata a 500 metri s.l.m. sulla riva dell’impetuoso fiume Kurmuk, ai piedi di monti boschivi. La parola Gakh significa “fortezza”. A 6 km verso nord-ovest da Gakh c’è il paesino di Agchay, una località pittoresca tra i frutteti e la foresta vergine. Il villaggio di Ilisu (antica capitale del sultanato di Ilisu) è ancora più interessante. Ilisu si trova a 1400-1600 metri s.l.m., 12 km a nord-est della città di Gakh. Il villaggio è circondato da sorgenti termali minerali solforose dalle proprietà terapeutiche. Nel XVII-XVIII sec., nelle aree montuose del Gran Caucaso, le torri quadrate (strutture difensive) non erano rare. Erano situate in punti strategici e svolgevano la funzione di posti di guardia. Una di queste strutture, la torre di Ilisu, comunemente chiamata Sumug-gala, difendeva l’accesso a Ilisu, che all’epoca era il cuore dell’omonimo sultanato ed elemento chiave nella catena del sistema difensivo che circondava la capitale del sultanato, proteggendola dalle incursioni provenienti dalla pianura. Alla metà del XIX secolo, il Caucaso settentrionale fu interessato da una battaglia guidata dallo sceicco Shamil. Gli abitanti di Ilisu ricordano ancora le vicende legate a quel periodo storico e al nome di Danial, ultimo sultano di Ilisu, seguace e sostenitore dello sceicco Shamil. A Sumug-gala i sostenitori di Shamil si difesero e non lasciarono arrivare l’esercito russo a Ilisu, ai monti e ai passi da dove le strade portavano nell’entroterra, controllato dagli insorti. Al termine della guerra tutte le divisioni feudali furono liquidate e inglobate in un unico sistema amministrativo. La stessa sorte toccò al sultanato di Ilisu, mentre il sultano Danial emigrò in Turchia dove visse sino alla fine dei suoi giorni, avvenuta nel 1869. La chiesa nel villaggio di Qum si trova sulla riva del fiume Qum. Gli elementi importanti della struttura (le colonne delle gallerie esterne, gli archi, gli architravi, gli angoli esterni della costruzione stessa) sono fatti di pietre quadrate. La monumentalità delle forme architettoniche, l’interessante gioco di luci e ombre e delle gallerie traverse con caratteristici archi a ferro di cavallo, e la struttura pittoresca policroma dell’opera muraria caratterizzano l’espressività del monumento risalente al VI secolo d.C.

Zagatala

Il distretto di Zagatala è situato nella parte nord-occidentale dell’Azerbaigian, sulla diramazione della chiostra di monti del Gran Caucaso. A nord-est il territorio confina con il Dagestan e la Federazione Russa. Il territorio a nord e a nord-est è montuoso, a sud e sud-ovest è pianeggiante. La vetta più alta è il monte Guton (3648 m). La superficie boschiva occupa la metà del territorio. Nei boschi montani crescono specie arboree di pregio: il castagno, il noce, il nocciolo, la quercia, il faggio, il carpine, ecc. In pianura la flora è prevalentemente costituita da arbusti. La fauna è rappresentata dal cervo nobile, dallo stambecco, dal cinghiale, dall’orso, dal lupo, dalla lepre, ecc. Tra gli uccelli abbiamo il fagiano, il tordo, la pernice, il francolino, l’aquila di montagna, il falco, la civetta, ecc. La riserva di Zagatala occupa una parte del territorio. Il clima in pianura è temperato, di tipo subtropicale; in montagna il clima è freddo, tipico della tundra. A maggio-settembre le precipitazioni raggiungono i 700 mm. La temperatura media di gennaio sui monti è di -10°C, in pianura -1°C; in luglio si registrano rispettivamente +24°C e +5°C. Le precipitazioni annue raggiungono i 600-1600 mm. Gli abitanti di Zagatala hanno un’antica storia. Per quanto riguarda l’origine della parola Zagatala ci sono diverse teorie etimologiche. Secondo una di queste il nome “Zagatala” è la forma modificata del termine “Sakatala” (Sak significa pianura). Nel VII secolo a.C., le tribù dei Saci, giunte in Asia Occidentale, si insediarono anche sul territorio dell’Albània Caucasica. L’area di Zagatala, essendo parte integrante dell’antica Albània caucasica, si trovava a ovest. Si presuppone che il temine “Zagatala” derivi dalla trasformazione di Zaki talasi (radura di Zaki), ovvero trae origine dal nome della persona che per prima si stabilì con la propria famiglia in questo territorio. Nel 1803 il distretto di Zagatala entra a far parte della Russia. Nel 1830 Zagatala ottiene lo status di città. Zagatala è famosa nell’area post-sovietica per il film storico “Il battaglione indomito” che racconta il destino dei rivoluzionari della corazzata Potemkin inviati a Zagatala nel 1830 e messi nella fortezza che fungeva da caposaldo durante le sommosse contro il regime zarista. La fortezza di Zagatala è tutelata dallo Stato come monumento storico. In città ci sono anche monumenti naturali; uno di essi si trova nel Parco della cultura e dello svago (14 ettari). Si tratta del platano di 700 anni. L’economia si basa su coltivazione di piante, apicoltura, coltivazione del tabacco, allevamento del bestiame, floricoltura. L’industria leggera è sviluppata.

Balakan

Il distretto di Balakan è situato nel nord-ovest dell’Azerbaigian, ai piedi dei monti. E’ uno degli angoli più belli del Paese e si contraddistingue per la particolare natura, caratterizzata da ricca flora e fauna. Le vette più alte del Gran Caucaso sono Sagatlar e Guton (3648 m). I valichi di Gubek (3480 m) e di Tinovroso (Suairan – 3374 m) sono i più importanti. Nel distretto di Balakan troviamo due terzi della Riserva Nazionale di Zagatala. Il territorio è attraversato da molti fiumi montani (Alazan, Mazim, Balakan, Katekh). La cascata di Kateh è uno dei luoghi più belli e difficilmente raggiungibili. Il clima in pianura e alle propaggini dei monti è mite e umido, di tipo subtropicale, mentre in montagna è freddo e umido. La temperatura media in inverno oscilla tra +1°C e -7,5°C, d’estate tra +30°C e +35°C. Le precipitazioni annue raggiungono 600-1400 mm. Circa la metà del territorio è montuoso, l’altra metà è pianeggiante. A nord troviamo i boschi; crescono in particolare il carpine, l’ontano, la quercia, il noce, il castagno, l’acacia; per quanto riguarda gli arbusti ricordiamo il lampone, la rosa selvatica, ecc. Ci sono più di 30 tipi di piante officinali. “Balakan” significa letteralmente “piccolo villaggio”. Il territorio di Balakan ha radici antichissime, come tutte le regioni vicine situate nell’area di Sheki- Zagatala. La città è caratterizzata dalla presenza di un parco che ha una superficie di 7,5 ettari. L’economia di Balakan si basa fondamentalmente sul settore agrario: allevamento di bestiame, coltivazione del grano, del tabacco, sericoltura, coltivazione di frutta e verdura. Tra gli antichi mestieri sono ancora oggi praticati produzione di ceramiche, realizzazione di manufatti di rame, fabbricazione di grate traforate in legno (shebeke), intaglio del legno, produzione di selle, e un tipo particolare di ricamo denominato “tambur ustasy”, mestiere raro in Azerbaigian, che consiste nell’eseguire su sfondo scuro un complesso ricamo fantasioso utilizzando fili di seta chiara.

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