2017-02-21

In commemorazione del XXV anniversario del genocidio di Khojaly, è stato rappresentato a Roma lo spettacolo in musica e parole "Dieci storie che potevano essere vere…", lunedì 20 febbraio

Lo spettacolo, ospitato negli storici saloni di Palazzo Brancaccio, ha preso spunto dal libro "Khojaly, 20 anni. 10 storie che potevano essere vere", autore della cui idea è Leyla Aliyeva, vice presidente della Fondazione Heydar Aliyev e  iniziatore della campagna internazionale "Giustizia per Khojaly!". 

L'evento è stato organizzato congiuntamente dall'Ambasciata dell'Azerbaigian in Italia, e dall'associazione "Espressione d'Arte" e ha generato un grande interesse nel pubblico, riunendo rappresentanti del mondo politico, diplomatico, accademico, imprenditoriale e dell'informazione, per un totale di circa 250 ospiti.

Ad aprire la serata, i saluti di benvenuto dell'Ambasciatore della Repubblica dell'Azerbaigian in Italia S.E. Mammad Ahmadzada, che ha ricordato l'aggressione militare dell'Armenia contro l'Azerbaigian, sottolineando che il genocidio di Khojaly ha rappresentato il culmine della violenza commessa dagli armeni contro il popolo azerbaigiano. Khojaly è un crimine contro l'umanità, e l'Ambasciatore ha evidenziato come l'impunità porti inevitabilmente a nuovi reati, da cui l'importanza di una corretta valutazione politica e giuridica da parte della comunità internazionale di quanto avvenuto a Khojaly ha grande rilevanza. Fondamentale accrescere la conoscenza dei fatti, e a questo scopo in Italia si stanno organizzando vari eventi sul XXV anniversario del genocidio di Khojaly.

Si sono poi esibiti, sotto la direzione artistica di Pierluigi Ruggiero, violoncellista noto a livello internazionale, gli artisti, che hanno proposto le musiche originali e gli adattamenti musicali di Giuliano Di Giuseppe, direttore di numerose orchestre italiane. Insieme a loro, il violinista ungherese Zoltan Banfalvi e il chitarrista Luca Trabucchi. Voci narranti dell'evento sono stati gli attori Alessia Centofanti e Raffaello Mastrorilli.

L'esibizione è stata accompagnata da disegni di bambini sul conflitto, tratti dal libro "La guerra con gli occhi dei bambini", da dettagli della campagna Giustizia per Khojaly!, immagini di memoriali sul genocidio costruiti nel mondo - che riflettono il riconoscimento internazionale di quanto accaduto, così come da foto ufficiali di eventi di commemorazione svolti in Azerbaigian.

Calorosi gli applausi del pubblico al termine del toccante spettacolo.

Dopo i saluti degli artisti, ha preso la parola il Senatore Sergio Divina, Presidente dell'Associazione Interparlamentare di Amicizia Italia Azerbaigian, che ha evidenziato come esistano dei circoli che ostacolano la diffusione della verità sulla strage di Khojaly e ha sottolineato l'importanza di far conoscere alla comunità internazionale la verità sugli eventi di Khojaly. Il Senatore ha affermato che bisogna guardare alla strage di Khojaly, nell'ambito dell'occupazione delle terre azerbaigiane da parte dell'Armenia, sulla quale la comunità internazionale deve intervenire seriamente, per giungere ad una soluzione definitiva del conflitto nel rispetto dell'integrità dell'Azerbaigian. 

In seguito anche il Dr. Antonio Stango, Presidente della LIDU, ha esaminato il tema del genocidio di Khojaly dal punto di vista del diritto internazionale. Ha ricordato che l'occupazione non riguarda solo il Nagorno Karabakh, ma anche 7 distretti azerbaigiani adiacenti, e ha rammentato ancora l'importanza per la comunità internazionale di porre fine all'occupazione, anche confidando nella prossima presidenza italiana dell'OSCE.

Al termine, l'Ambasciatore ha nuovamente preso la parola per ringraziare quanti hanno contribuito al successo dello spettacolo, e il pubblico per la numerosa e calorosa partecipazione, ribadendo l'importanza della campagna internazionale Giustizia per Khojaly!, per una maggior consapevolezza su questa tragedia a livello internazionale. Ha concluso che l'Azerbaigian, non potrà mai riconciliarsi con l'occupazione delle sue terre e farà tutto il possibile per ripristinare la sua sovranità ed integrità territoriale.

 

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