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Mətbuat şərhi 08 maggio 2017

Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica dell'Azerbaigian sull'occupazione della città di Shusha

L'8 maggio 1992 le Forze Armate dell'Armenia hanno occupato l'antica città dell'Azerbaigian, Shusha. A seguito dell'occupazione, la città di Shusha e 30 villaggi adiacenti sono stati distrutti, 195 civili sono stati uccisi, 165 sono rimasti feriti e 58 persone sono rimaste disperse. Più di 24.000 abitanti di Shusha sono stati sottoposti a pulizia etnica.

L'occupazione di Shusha faceva parte della sistematica politica di occupazione e di agressione contro l'Azerbaigian. Come conseguenza di questa politica, l'Armenia con l'uso della forza ha occupato il Nagorno Karabakh e 7 regioni adiacenti, ha compiuto una pulizia etnica contro più di un milione di azerbaigiani e durante la guerra ha commesso gravi crimini contro l'umanità.

La città di Shusha, che rimane sotto occupazione da 25 anni, oltre ad essere parte inalienabile dell'integrità territoriale riconosciuta a livello internazionale della Repubblica dell'Azerbaigian, assume anche un elevato significato storico, culturale e simbolico per il popolo azerbaigiano. L'occupazione della città di Shusha, chiamata la "Culla della musica azerbaigiana" e il "Conservatorio d'Oriente", ha causato pesanti danni al patrimonio culturale, spirituale e morale degli azerbaigiani.

Come conseguenza di una deliberata politica di distruzione, desolazione e appropriazione, solo a Shusha sono stati rasi al suolo più di 170 edifici, e circa 160 monumenti storici e culturali, numerosi luoghi di culto e moschee sono stati oggetto di atti di vandalismo e sono stati distrutti un consistente numero di rari manoscritti. La residenza e la libreria di Panah khan, Khan saray, Karvansaray, le moschee di Yuxari e Ashaghi Govharagha e Saatli, il Mausoleo del famoso poeta Vagif, la casa della poetessa Natavan, sono solo una parte dei monumenti che possono essere citati tra quelli distrutti.

La regione del Nagorno Karabakh, che è sotto la temporanea occupazione dell'Armenia, è sempre stata e rimarrà parte inalienabile dell'Azerbaigian.

Nel 1993 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato le risoluzioni 822, 853, 874 e 884, condannando l'occupazione dei territori dell'Azerbaigian, riaffermando il rispetto per la sovranità e l'integrità territoriale dell'Azerbaigian e l'inviolabilità dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. Nelle sopra citate risoluzioni il Consiglio di Sicurezza ha anche confermato che la regione del Nagorno Karabakh è parte dell'Azerbaigian ed ha chiesto l'immediato, completo e incondizionato ritiro delle forze occupanti da tutti i territori occupati dell'Azerbaigian. Altre organizzazioni internazionali hanno adottato una posizione simile.

La comunità internazionale sostiene e rispetta in modo inequivocabile e categorico l'integrità territoriale e la sovranità dell'Azerbaigian. Questo spiega all'Armenia che l'attuale status quo raggiunto a seguito dell'occupazione non sarà mai accettato. Inoltre dimostra che la comunità internazionale non accetterà mai i tentativi di cambiare le frontiere internazionalmente riconosciute con l'uso della forza.

Ignorando totalmente la posizione della comunità internazionale e con brutale violazione del diritto internazionale, l'Armenia tutt'oggi si rifiuta di ritirare le proprie truppe dai territori occupati dell'Azerbaigian, e, modificando i caratteri fisici, demografici e culturali delle terre sequestrate, impedisce alle centinaia di migliaia di Azerbaigiani, gli sfollati interni, di tornare nelle loro case, ed esercitare il loro diritto di proprietà; infine, cerca di consolidare ulteriormente lo status quo dell'occupazione.

L'Armenia, cerca di coprire i tentativi di occupazione dei territori dello Stato confinante dell'Azerbaigian con l'uso della forza abusando del nobile principio di autodeterminazione dei popoli. Il tentativo dell'Armenia di presentare l'accaduto come l'autodeterminazione del popolo armeno che vive in Azerbaigian non ha 0a a che fare con il principio di autodeterminazione contenuta nella Carta delle Nazioni Unite e nell'atto finale di Helsinki. La vera autodeterminazione prevede il ritorno di più di 80 mila abitanti del Nagorno Karabakh e dei 33 mila abitanti di Shusha nei territori che hanno dovuto abbandonare a seguito di una pulizia etnica e la convivenza pacifica, dignitosa e prospera dei due popoli, nel rispetto dell'integrità territoriale e della sovranità dell'Azerbaigian.

La Repubblica dell'Azerbaigian invita la comunità internazionale ad adempiere gli obblighi del diritto internazionale, costringendo l'Armenia alla pace e usando una serie di pressioni politico-diplomatiche per garantire il ritiro delle Forze Armate dell'Armenia dai territori occupati dell'Azerbaigian e per garantire di ottenere finalmente impegno costruttivo nelle negoziazioni.

L'Azerbaigian è la parte più interessata all'immediata soluzione pacifica del conflitto e all'affermazione della pace duratura nella regione. Se i negoziati non si concluderanno con la cessazione dell'occupazione dei territori da parte dell'Armenia, l'Azerbaigian mantiene i suoi diritti di assicurare il ripristino della sua sovranità e integrità territoriale all'interno dei confini internazionalmente conosciuti, come afferma la Carta delle Nazioni Unite.

http://mfa.gov.az/en/news/909/4911 

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